Apre il 19 novembre fino al 12 dicembre alla Mediateca di San Lazzaro di Savena, a Bologna, la mostra degli elaborati finali del laboratorio “Le donne nella scienza”, realizzato a cura di Dry-Art con i ragazzi e le ragazze dell’Istituto di Istruzione Superiore E. Majorana di San Lazzaro, (con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna). Il percorso espositivo valorizzerà un modello didattico inclusivo che mostra il contributo delle donne alla cultura tecnica e al progresso e offre contenuti paritari nelle discipline STEAM (Science Technology Engineering Art Mathematics, metodo di apprendimento interdisciplinare che intende avvicinare gli studenti di ogni provenienza sociale alle discipline matematiche e scientifiche). Saranno anche esposte le tavole sulle scienziate dell’illustratrice Giulia Natiello.
Cosa avrebbero inserito Émilie du Châtelet, Amelia Earhart , Laura Bassi o Anna Morandi Manzolini nei propri curricula? Le risposte le hanno trovate proprio gli studenti.
Giovanni Niccoletti ci racconta che «è un progetto abbastanza innovativo» e spera «che faccia riflettere le persone sul fatto che le donne non vengano incentivate a proseguire degli studi scientifici». E continua: «già da piccoli al bambino si regala il piccolo chimico o la macchinina, mentre alla bambina si regala una bambola…».
«Il fatto è che non sempre siamo riusciti a capire l’importanza di quello che hanno fatto: anche se ai nostri giorni potrebbe essere niente, a quei tempi le conquiste delle donne erano davvero grandiose visto che non avevano gli stessi diritti degli uomini», specifica Camilla Fanti. «Noi, studiando biotecnologie, abbiamo un rapporto un po’ più stretto con Laura Bassi: ci sembra un mito perché comunque ha scoperto tantissime cose che tuttora utilizziamo: è straordinario! Sensibilizzare il genere maschile sul fatto che anche se le donne venivano ritenute inferiori in realtà possono fare grandi cose è fondamentale: non bisogna sottovalutare le persone».
Paolo Ventura ha ben chiaro che «noi siamo la “generazione di Internet”, ci viviamo quotidianamente a contatto, però è difficile individuare quali siano le fonti giuste. L’idea di dover riassumere la storia di personaggi importanti in qualcosa che sia più diretto come può essere un curriculum di fatto ti permette di entrare in contatto con queste donne in maniera più riassuntiva. La nostra generazione, abituata a “informarsi” con il minimo sforzo, non ha ben chiaro quanto sia fondamentale indagare sulle fonti».
«Siamo nati in quest’epoca dove abbiamo praticamente tutto: speriamo che con i curricula sollevino la curiosità di sapere a chi dobbiamo questi meriti», sottolinea Tommaso Ventura.
«Molte donne secondo alcune statistiche pensano di essere inferiori e di non poter eccellere in alcuni campi dove vedono la quasi totalità di uomini», ricorda Sara Scandale. E sottolinea: «Questo progetto ci dice che la parità dei sessi può esistere ed esiste. È importante che le ragazze lo capiscano: se diventa una loro certezza, riusciranno a capirlo anche gli uomini».
Nella mostra saranno esposte anche le tavole sulle scienziate dell’illustratrice Giulia Natiello, potete ammirarne una in questa pagina.