Quando visitate le città, ricordatevi di far- lo con il naso in su... ma ogni tanto di abbassare anche la testa. Chi l’ha detto che i monumenti debbano necessariamente essere imponenti e ben visibili? Le pietre d’inciampo sono veri e propri monumenti creati dal basso dall’artista berlinese Gunter Demnig che, attraverso piccoli blocchi in pietra incorporati nel selciato urbanistico e ricoperti da una piastra di ottone, riportano il nome dei singoli deportati ebrei durante i rastrellamenti fascisti. Il progetto Proiettiamo sui muri la storia delle pietre d’inciampo – finanziato dal Miur attraverso il Bando “Promozione di eventi istituzionali, giornate, ricorrenze nazionali e campagne di comunicazione” si propone proprio di ridare valore a questi monumenti realizzando un evento diffuso in occasione del 27 gennaio 2021, Giornata Mondiale dedicata alla commemorazione delle vittime dell’Olocausto. In quell’occasione sarà proiettato sulle facciate dei Municipi o degli Istituti Scolastici, il filmato realizzato dagli studenti delle scuole aderenti all’iniziativa. I circa 80 ragazzi coinvolti partiranno dalla mappatura delle pietre d’inciampo poste nelle città delle scuole in rete, in un percorso di conoscenza e memoria, con la finalità di contribuire alla realizzazione di una public history sull’Olocausto che passerà anche attraverso la realizzazione di 10 podcast sulle storie delle persone a cui è dedicata la pietra d’inciampo della propria città.
Le scuole coinvolte (l’Istituto di Istruzione Superiore, capofila del progetto, “Luigi di Savoia” di Chieti; il Liceo “Paolo Toschi” di Parma e l’Istituto di Istruzione Superiore Aldini Valeriani di Bologna) saranno coadiuvate dal Maestro Andrea Gattini, nel ruolo di Direttore artistico per la realizzazione del filmato, nonché da Ansa e Mandragola Editrice che cureranno la comunicazione dell’evento. Quest’ultima si occuperà anche del coinvolgimento di studentesse e studenti nella realizzazione dei podcast dedicati a ciascun deportato.
“Coprire le pietre d’inciampo è come calpestare la tomba di un morto”. Non usa mezze parole l’Assessore ai diritti della Città di Torino Marco Giusta per condannare gli scioccanti atti vandalici di un gruppo di neofascisti del capoluogo piemontese. A macchiarsi di questa vergognosa azione, l’associazione studentesca di giovani di estrema destra ALIUD, che ha firmato gli adesivi con lo slogan “difendi Torino per la rivoluzione” con cui sono state coperte le pietre d’inciampo che si trovano davanti al liceo classico Massimo D’Azeglio. “È una profanazione estrema del ricordo, che però evidenzia vigliaccheria e un’estrema debolezza. Una disperata ricerca di visibilità da parte di soggetti che si mostrano coerenti con la loro storia di negazione e sopraffazione e per questo vanno sciolti, senza indugio” prosegue Giusta in esclusiva ai nostri microfoni. Ed è qui che scendono in campo la politica e la scuola: “Perché qualunque altra azione da parte delle istituzioni (come l’educazione nelle scuole, l’organizzazione di eventi di commemorazione, l’investimento in spazi di arte e cultura dedicati alla memoria di tutte le vittime) risulta altrimenti monca e incompleta: il primo compito della politica è quello di rendere sicuri e attraversabili gli spazi pubblici, fisici e virtuali, da tutti e da tutte, in particolare dai gruppi più vulnerabili.”