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Scuole chiuse e disabilità
Un esempio virtuoso di scuola che riesce a restare al fianco dei ragazzi con disabilità e alle loro famiglie
Redazione | 12 dicembre 2020

Il ritorno della DaD deve essere suonato come un incubo alle orecchie dei ragazzi con disabilità e delle loro famiglie. Con la seconda chiusura delle scuole è stato per lo meno concesso loro di frequentare in presenza, seppure in modo isolato rispetto ai compagni che continuano a seguire le lezioni da remoto. Il senso di abbandono e diversità è il sentimento più diffuso, ma la sensibilità di singoli istituti è – ancora una volta – ciò che permette alla scuola di sopravvivere. È il caso dell’Istituto Superiore Telesi@ di Telese Terme (BN), che ha da sempre un occhio di riguardo per i ragazzi con disabilità. “La Preside Di Sorbo è il motore di tutti noi” ci racconta la professoressa Volpe, referente BES. “È un istituto che dal punto di vista dell’integrazione umana, della solidarietà, della tolleranza non ha eguali” ci conferma la mamma di un alunno con disabilità cognitive, con la quale entriamo nel vivo di una realtà virtuosa che ci rende orgogliosi di come la scuola italiana stia riuscendo a stringere i denti e andare avanti.

 

Facciamo un passo indietro. Durante il primo lockdown anche i ragazzi con disabilità sono stati costretti a vivere la scuola attraverso la DaD. Come ha vissuto quell’esperienza?

Il primo lockdown per mio figlio è stato un momento di avvilimento con un contraccolpo importante sulla sua condizione emotiva. Per i ragazzi con disabilità le difficoltà a dialogare tramite un computer sono insormontabili, soprattutto perché non c’è autonomia nell’utilizzo della tecnologia. I professori si sono dati molto da fare anche con l’assegnazione di attività da svolgere tramite whatsapp ma naturalmente dovevo affiancarlo continuamente e la crescita non è stata proficua.

Questa volta il Dpcm prevede invece che i ragazzi con disabilità possano seguire le lezioni in presenza. È un compromesso che funziona?

Io ho accolto questa soluzione con grande gioia. È il segno di una considerazione concreta nei confronti dei ragazzi con disabilità. L’istituto Telesi@, in particolare, ha recepito queste indicazioni con estrema prontezza. Inizialmente, per mio figlio c’è stata un po’ di incertezza nel non ritrovare i compagni, ma grazie ai professori e all’istituto anche questa difficoltà si è venuta ad appianare. Ora ha la possibilità di mantenere un contatto con i ragazzi e allo stesso tempo di lavorare in modo adeguato alla sua situazione. La ritrovata stabilità è stato un enorme passo in avanti.

L’istituto Telesi@ ha sempre avuto un’attenzione in più per i ragazzi con disabilità. Qual è la sua esperienza?

La nostra esperienza è estremamente positiva. Abbiamo vissuto con angoscia il passaggio dalle medie alle superiori. Invece non c’è stato mai un problema: è un istituto che dal punto di vista dell’integrazione umana, della solidarietà, della tolleranza non ha eguali. Non c’è mai stato un momento critico o difficile, l’integrazione avviene a 360 gradi.

 

 

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