Sono passati quasi tre anni da quando, per la prima volta, entrai a contatto con la bellissima opportunità che Zainet offre. All'epoca era in quinto superiore, e avevo già le idee chiare sul cosa volessi fare in futuro: il giornalista. Tuttavia, era una realtà da me molto lontana, e non avevo reale concezione di come si dovesse scrivere da reporter, quale fossero i compiti in una redazione o quale fosse il percorso esatto per fare questa professione.
Fu Chiara Colasanti, che con me condivide non solo la passione per il giornalismo ma anche la città di origine, a introdurmi a Zainet. Durante una riunione del giornalino scolastico venne invitata per presentare qualche numero della rivista e il progetto che ruotava attorno ai giovani reporter, e ho compreso fosse un'esperienza da non perdersi. Fu gentile a spiegarmi anche il lunghissimo percorso per diventare giornalista, che però non mi spaventava affatto, ma anzi mi incuriosiva. Di lì a poco iniziai a scrivere per Zainet, esercitandomi in articoli di diversa natura: dalla cronaca allo spettacolo, dalle interviste alle recensioni.
Se il luogo del primo punto di svolta fu la scuola, il secondo fu a Praga. Mentre stavo visitando la città, mi venne offerto di intervenire su Zai.time, la trasmissione radiofonica di Zainet, parlando del fenomeno dei remake nel cinema di oggi. Sebbene il vento ceco avesse impedito di comprenderci reciprocamente al 100%, Chiara Di Paola e Riccardo Cotumaccio mi invitarono a partecipare ad alcune dirette. Grazie a ciò ho scoperto un altro tipo di giornalismo - quello radiofonico - e benché non creda di esserci particolarmente portato, si tratta di un'esperienza veramente bellissima.
Il mio tirocinio è quindi il coronamento di un'esperienza più lunga, che non mi ha aiutato a scegliere il lavoro dei miei sogni, quanto più a comprenderlo fino in fondo - sia da un punto di vista tecnico che da uno umano - il che è secondo me anche più importante. Zainet non ha solamente migliorato le mie capacità di scrittura, ma mi ha permesso di inserirmi in uno spaccato di esperienza vera, tra vita redazionale, organizzazione di interviste e inchieste, eventi a cui accreditarmi, correzioni di bozze e uso consapevole delle fonti e delle piattaforme. Inoltre, ho avuto l'opportunità di conoscere, intervistare e parlare con personalità molto interessanti, alcune delle quali hanno realmente fatto la storia della cultura italiana contemporanea, come Erri De Luca e Roberto Saviano. Ma la cosa più bella che ho scoperto è che, qualsiasi cosa faccia, dalla più banale e macchinosa alla più creativa e divertente, il giornalismo è un'attività che non mi annoia mai, non mi rende mai stanco, ma anzi mi dà un'energia e un entusiasmo che mi fanno capire che questa deve essere la mia strada. Per natura sono incline ad organizzare piani B, ma se c'è una cosa di cui sono certo è che punterò al realizzare il sogno di fare il reporter con tutto me stesso, impegnandomi sempre al massimo. E in questo Zainet è stato un faro fondamentale.
Quando mi iscrissi all'università, mai avrei pensato che togliermi i sei crediti del tirocinio potesse essere un dispiacere e non una liberazione. Esco da quest'esperienza cambiato, più arricchito, più consapevole, e sicuramente "più grande". In ciò devo ringraziare tutte quelle persone che rendono Zainet possibile, con una riconoscenza particolare per Chiara Di Paola, che ho assillato per settimane con una media di quaranta messaggi al giorno (dannato smartworking!), e che per più di un anno tra correzioni, consigli, titoli bocciati e complimenti mi ha avvicinato a quel futuro giornalista che tanto vorrei essere. Zainet mi ha fatto puntare in alto, e sicuramente non torno indietro!