È acquistabile ora sul sito www.zai.net il libro “La pandemia degli adolescenti”, edito da Fondazione Media Literacy. Il volume è una testimonianza fondamentale dell’impronta che il Covid ha lasciato sulla vita dei ragazzi. Articoli, diari e confessioni di chi sente di aver perso una parte fondamentale della propria vita, chiuso dentro casa.
Il libro nasce dalla selezione di più di 700 testimonianze delle studentesse e degli studenti che - da marzo 2020 a maggio 2021 - hanno scritto sul mensile Zai.net, la rivista che da 22 anni dà voce agli adolescenti. Le parole dei giovani reporter esprimono sofferenze e disagi profondi anche perché per 16 mesi si sono sentiti non considerati, silenziati, invisibili. Questa pubblicazione mette in luce le tante difficoltà che si sono trovati ad affrontare durante la pandemia e come questa abbia cambiato le loro abitudini, ma anche rivelato inaspettate risorse e capacità di elaborare richieste concrete per il futuro. Tutti ne parlano, Zai.net – come sempre – fa parlare loro.
Anche lo scatto in copertina è realizzato da un giovane reporter di Zai.net, che ha deciso di ritrarre la sorella durante i mesi di reclusione domestica e convivenza forzata. “Un’immagine che rappresenta il prima e il dopo di un anno spartiacque nelle nostre vite” spiega Mattia Bonanno, autore della doppia esposizione in prima pagina. “E ora che si ricomincia? – si chiede invece Lidia Gattini, segretario generale della Fondazione - Potrebbe essere una grande occasione per non accontentarci di tornare alla situazione precedente, ma cambiare sul serio. La definizione del Ministro Bianchi di scuola affettuosa che, dopo anni di individualismo, faccia ritrovare a tutti la bellezza di vivere con gli altri, che includa i più fragili e divenga il motore di una crescita del paese è affascinante e di grande stimolo per chi come noi lavora con le studentesse e gli studenti da oltre vent’anni offrendo loro l’opportunità di esprimersi sui media”.
Il ricavato del libro, ultimato nei giorni in cui i talebani prendevano Kabul, sarà devoluto alla Fondazione Pangea ONLUS, che da anni lavora in Afghanistan per favorire condizioni di sviluppo economico e sociale delle donne e delle loro famiglie attraverso strumenti quali l'istruzione, l'educazione ai diritti umani, la formazione professionale, l'educazione igienico-sanitaria e alla salute riproduttiva e la micro finanza, per la creazione di attività generatrici di reddito. E, proprio ora che i riflettori iniziano a spegnersi, Fondazione Media Literacy propone uno strumento di vicinanza al popolo afghano. Perché una corretta educazione ai media è innanzitutto una corretta educazione umana.