Sareste in grado, senza pause né riposo, di scrivere per un’intera nottata? C’è un uomo che non ha avuto nemmeno il tempo per chiederselo. Si tratta di Giovanni Falcone, oggi riconosciuto come uno dei più importanti giudici anti-mafia della storia italiana. Siamo negli anni Ottanta e Tommaso Buscetta, uno dei boss più importanti della mafia del tempo, era stato da poco catturato in Brasile e aveva rivelato al pool anti-mafia la struttura della cupola mafiosa, facendo i nomi di molti di coloro che ne facevano parte.
Falcone decise però di non passare subito alle catture. Nel 1963, alla fine della “prima guerra di mafia”, vennero alla luce le identità di molti boss e collaboratori delle organizzazioni criminali, ma la maggior parte di loro venne assolta per mancanza di prove. Non andava commesso lo stesso errore: dalle rivelazioni di Buscetta alle effettive catture passarono quindi quattro anni, nei quali venne raccolto il maggior numero di indizi possibile per reggere l’accusa.
Nel settembre 1984 la ricerca era quasi agli sgoccioli, ma un problema improvviso rischiava di far saltare tutto: grazie a una soffiata, L’Espresso stava per pubblicare i nomi di 366 mafiosi coinvolti nelle indagini segrete del pool. Il magistrato temeva che la fuga di notizie avrebbe permesso ai mafiosi di fuggire o addirittura organizzare una resistenza armata. Per questo motivo, decise di anticipare il blitz e di scrivere in fretta le ordinanze di custodia cautelare usando una penna a sfera e una macchina da scrivere. Fu un lavoro estenuante, che durò tutta la notte senza pause né riposo.
Alle sette del mattino del 29 settembre, Falcone diede via al blitz. Fu un successo: su 366 mandati di cattura, furono eseguiti 338 arresti, tra cui quelli di importanti boss come Michele Greco, Giuseppe Calo e Salvatore Riina. Fu il primo colpo duro inflitto a Cosa Nostra, che aprì la strada al maxi-processo di Palermo.
Nonostante Giovanni Falcone sia una delle figure storiche più note e apprezzate in Italia, molti eventi della sua vita sono ancora sconosciuti ai più, proprio come la soffiata a L’Espresso.