Il viaggio biennale del progetto Words of Europe si è ufficialmente concluso a Bruxelles con una conferenza finale di due giorni, tenutasi il 22 e 23 ottobre 2024, un’occasione per incontrare i partner provenienti da tutta Europa e aprire la strada alla sua prosecuzione, Ways of Europe. Gli eventi, ospitati presso la sede di JEF Europe e lo spazio Kamilou nella capitale belga, hanno offerto un'opportunità di riflessione, discussioni sulla partecipazione e uno sguardo verso futuri sforzi volti a migliorare l'impegno civico del progetto.
I lavori della conferenza sono iniziati il 22 ottobre presso gli uffici di JEF Europe a Bruxelles, con una sessione dedicata ai partner delle prime due edizioni di WE: i discorsi di apertura sono stati accompagnati da videomessaggi di membri del Parlamento Europeo, tra cui quelli di Dario Tamburrano, Carolina Morace, Brando Benifei e Benedetta Scuderi, i quali hanno sottolineato l'importanza di questo progetto nel promuovere la cittadinanza attiva e il dialogo inclusivo in tutta Europa.
L’evento successivo - questa volta aperto al pubblico - si è tenuto presso lo spazio Kamilou: una tavola rotonda intitolata "Il linguaggio della partecipazione: arte e politica per voci intersezionali nell'UE". I relatori Martina Corti di Civil Society Europe e Alessia Rogai di Agile DC, moderati da Diletta Alese, hanno esplorato come le organizzazioni della società civile possano elaborare strategie per dare voce ai gruppi emarginati—coloro che affrontano discriminazioni o si sentono esclusi dalle narrazioni principali dell'UE.
Durante l’incontro i partner del progetto WE hanno preso parola per gli interventi conclusivi: Benedetta Giuliani di Arci Solidarietà ha discusso del loro coinvolgimento nel riconnettere storie e linguaggi attraverso residenze artistiche e programmi scolastici in Italia, Marion Ouabdelkader di La Ligue de l’Enseignement ha parlato di come il teatro immersivo abbia aiutato a esprimere le aspettative dei cittadini nei confronti del Parlamento Europeo, Luca Lovisetto di Mandragola ha riflettuto sull'importanza dell'alfabetizzazione mediatica e dell'arte nel costruire connessioni tra le comunità europee, e Tuqa Kamal di Subjective Values Foundation ha ragionato sul internazionalità e migrazione. La sessione si è conclusa con una presentazione di alcune opere della mostra WE, tra cui due brani prodotti durante le residenze artistiche del progetto.
Il mattino del 23 ottobre è poi iniziato con una dettagliata sessione di pianificazione per WE 2.0, delineando gli obiettivi del progetto e dividendo i partner in gruppi di lavoro in base alle attività che coordineranno nella prossima fase, per garantire una transizione fluida alla nuova edizione. Nel corso della giornata, i partecipanti hanno preso parte a un'analisi SWOT collettiva del progetto WE, guidata da Alessia Rogai, con un esercizio che ha permesso ai partner di valutare i punti di forza, le debolezze, le opportunità e le minacce incontrate durante il percorso biennale.
L'attenzione si è infine spostata sugli sviluppi di WE 2.0, che tornerà a Bruxelles a gennaio 2025 con una mostra d'arte di tutte le opere durante WE presso il Parlamento Europeo: oltre ai partner della prima edizione, due nuove organizzazioni si uniranno all’iniziativa: Fundació Pere Closa dalla Spagna, che promuove l'educazione e l'inclusione della comunità Rom attraverso vari progetti culturali e sociali, e Wijkz dai Paesi Bassi, un'organizzazione focalizzata sulla comunità, dedicata a promuovere la partecipazione e l'inclusione a livello locale.
WE 2.0 sarà un viaggio attraverso i luoghi chiave d’Europa, per sottolineare ancora una volta come i confini siano immaginari e come l'Europa debba essere un rifugio sicuro per chiunque ne abbia bisogno. Con l'avvio di Ways of Europe, prosegue il lavoro del consorzio dei partner per costruire un'Europa in cui ogni voce, per quanto emarginata, possa essere ascoltata e rispettata.