Buone notizie sul fronte diritti dei detenuti: ieri a Roma sono stati stipulati due Protocolli d’intesa dalla Fondazione Con il Sud e dall’Impresa sociale Con i Bambini con i Dipartimenti dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) e della Giustizia Minorile e di Comunità (DGMC) del Ministero della Giustizia.
Attraverso i Protocolli si intende rafforzare la collaborazione tra le istituzioni e i due Enti già impegnati attivamente, attraverso la pubblicazione di bandi a evidenza pubblica, nel sostegno a progetti per il reinserimento socio-lavorativo dei detenuti, a percorsi di contrasto alla devianza minorile e per la promozione dei diritti dei minori con genitori detenuti.
“La collaborazione con le istituzioni […] è fondamentale per realizzare progetti efficaci e di impatto – ha sottolineato Stefano Consiglio, presidente della Fondazione Con il Sud – I due protocolli siglati oggi rappresentano un significativo passo avanti, per rafforzare e consolidare questo percorso condiviso […] Il lavoro sappiamo che restituisce dignità al tempo trascorso in carcere ed è l’elemento principale che abbatte le percentuali di recidive, da quasi il 70% dei casi tra chi non lavora al 2% tra chi ha vissuto un’esperienza lavorativa. È una seconda opportunità che dovremmo estendere ad una platea sempre più ampia di persone”.
Fondazione Con il Sud sostiene percorsi di reinserimento sociale di persone in esecuzione penale attraverso attività di formazione e inserimento lavorativo. Su questa tematica la Fondazione ha recentemente promosso la terza edizione del bando “Evado a lavorare”. Con i Bambini, invece, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, ha recentemente selezionato oltre trenta progetti per la promozione dei diritti dei minori con genitori detenuti e di giovani adulti autori di reati attraverso i bandi “Cambio rotta” e “Liberi di crescere”.
Anche Marco Rossi-Doria, presidente di Con i Bambini, ha fatto una dichiarazione in merito all’accordo: “Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile ha il compito di avviare delle sperimentazioni per poi fornire modelli di intervento e indicazioni utili per policy pubbliche più attente e lungimiranti. I due protocolli […] vanno in questa direzione e offrono opportunità concrete di cambiamento”. Il presidente ha poi ricordato l’esperienza comune pregressa: “Il protocollo siglato tre anni fa ha dato un contributo importante nel definire e mettere in campo modelli innovativi che oggi, con questa nuova intesa, potranno avere nuovo slancio”.
Entrambi i Protocolli regolano una collaborazione tra le parti finalizzata alla reintegrazione sociale dei detenuti e dei minori autori di reato attraverso la promozione di interventi di supporto psico-pedagogico, della formazione professionale e di opportunità di inserimento nel mondo del lavoro all'interno degli istituti penitenziari o alle dipendenze di soggetti esterni, nonché tramite l’accesso a misure alternative alla detenzione, ai lavori di pubblica utilità e alla messa alla prova. Viene, tra l’altro, sottoscritto l’impegno comune a sostenere gli enti di Terzo settore che contribuiscono, dentro e fuori gli istituti penitenziari, a creare percorsi e opportunità per l’inclusione sociale delle persone detenute, soprattutto, per coloro che sono prossime alla fine della pena.
Inoltre, sia le istituzioni sia le fondazioni coinvolte nell’intesa si impegnano a effettuare una costante rilevazione dei bisogni a livello nazionale e dei singoli territori e di elaborare strategie comuni tenendo conto delle esigenze e delle peculiarità di ciascun territorio di appartenenza e delle diverse realtà operative. Questo anche nell’ottica di una più equa distribuzione di opportunità e risorse tra i diversi territori, nonché d’integrare e non sovrapporre risorse pubbliche e private destinate a tali scopi.