Argomento tabù per eccellenza, il sesso rappresenta tuttavia un aspetto fondamentale nella vita degli adolescenti; e quando si parla di amore è indispensabile affrontare l’argomento con consapevolezza e intelligenza, mettendone in luce gli aspetti positivi ma anche i rischi ad esso connessi. Ne parliamo con la dottoressa Claudia Cardinali, psicologa e sessuologa dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma.
Perché l’educazione sessuale è importante per i giovani?
Perché è fondamentale fornire informazioni corrette, formare i giovani e aiutarli a orientarsi. L’educazione alla sessualità contribuisce al benessere della persona. Non si parla semplicemente di sesso, ma di una sfera che coinvolge anche i sentimenti, ed è molto importante imparare a gestirli.
L’educazione sessuale dovrebbe essere portata nelle scuole?
Sì, sarebbe utile. Bisognerebbe inserirla a partire dalle scuole medie, perché è in questo periodo che i giovani entrano nella fase della pubertà. Ma è importante adattare le tematiche e l’esposizione in base alla fascia d’età. Per esempio, si potrebbe partire dal tema della maternità utilizzando le giuste illustrazioni.
Qual è il ruolo dei genitori? È giusto che mantengano anche un certo riserbo o se ne dovrebbe parlare apertamente?
Se ne dovrebbe parlare apertamente, mantenendo però un certo riserbo su alcuni aspetti e argomenti. Bisogna normalizzare la vergogna e l’imbarazzo di alcuni semplici gesti affettivi. L’importante è non cadere negli estremi, e in ogni caso rivolgersi a personale esperto. I figli devono godere di libertà e i genitori hanno il ruolo di non demonizzare questo aspetto della vita, in modo che i giovani non attingano ad altre fonti sbagliate e non sicure.
Quali sono le disinformazioni più comuni in questo ambito?
Le disinformazioni più comuni sono legate ai rischi. Per esempio, molti giovani sono convinti che la trasmissione di malattie veneree avvenga solo tramite pratiche omosessuali o tra tossicodipendenti; oppure spesso si crede che le ragazze non possano rimanere incinta durante il primo rapporto. C’è confusione anche sull’uso del preservativo: molti credono che possa essere indossato in un secondo momento, in realtà va indossato fin dall’inizio del rapporto. Altre disinformazioni riguardano le dimensioni del membro maschile: non è vero che per procurare piacere fisico alla partner la dimensione deve essere grande. Ci sono poi disinformazioni di tipo socio-culturale, per cui, ad esempio, il rapporto sessuale viene visto come un dovere nei confronti del partner, o si parla di una durata minima del rapporto. Ma non solo: c’è disinformazione anche sui termini come ‘transgender’, ‘omosessuali’ e ‘travestiti’, e spesso la confusione finisce per creare impatti negativi sull’autostima, provocando così problemi a relazionarsi: la parte maschile tenderà a vedere l’atto sessuale come pura prestazione; mentre il lato femminile riscontrerà difficoltà a lasciarsi andare per problemi di tipo estetico. Si rischia così di non vedere la sessualità come un atto naturale, ma come un peso. L’assenza di educazione sessuale può inoltre provocare anche gravi conseguenze, come gli impulsi sessuali violenti; e internet non aiuta, dal momento che espone gli individui a un’alta soglia di frustrazione, quando ci si accorge che la realtà non coincide con ciò che si vede in rete.