Il Premio Nobel 2020 per la Chimica è (doppiamente) donna: per la prima volta nella storia dei Nobel dedicati alla scienza, due donne hanno diviso il premio più ambito dai ricercatori di tutto il mondo. La francese Emmanuelle Charpentier e l’americana Jennifer A. Doudna sono state premiate congiuntamente in una delle branche storicamente più maschili, ma che nei secoli ha visto trionfare ricercatrici del calibro di Marie Curie, non a caso prima donna in assoluto ad aggiudicarsi un Nobel. Jennifer Doudna ha coinventato la tecnica di Biologia molecolare CRISPR/Cas9, che consiste nel tagliare punti specifici del DNA e correggere mutazioni geniche molto gravi, come ad esempio l’anemia falciforme. Grazie anche all’ufficio stampa – nella persona di Andy Murdock – sono riuscito, con grande emozione, a porle le mie domande a cui ha risposto con passione, fermezza e in maniera esauriente.
Come hai reagito quando hai saputo di aver vinto il Premio Nobel per la Chimica 2020?
Ero molto sorpresa! Poiché il Comitato per il Nobel chiama dalla Svezia e io vivo in California, la telefonata arriva nel cuore della notte e non ho sentito squillare il mio telefono. Qualche tempo dopo fui svegliata da una telefonata di un giornalista di Nature News che voleva che commentassi il premio Nobel, e dovetti chiederle chi l’aveva vinto. Sono rimasta sbalordita e davvero elettrizzata.
In cosa consiste la scoperta che ti ha condotta al Nobel? È stato facile comunicarlo a più persone?
Il lavoro per cui Emmaneulle Charpentier e io siamo state premiate è stato lo sviluppo di CRISPR-Cas9 in uno strumento di modifica del genoma. CRISPR è un tipo di sistema immunitario batterico presente in natura. Riconosce virus specifici e difende i batteri tagliando il DNA del virus come le forbici molecolari. Ci siamo resi conto che potevamo prendere in prestito CRISPR dai batteri e riprogrammarlo per mirare a sequenze specifiche di DNA in qualsiasi organismo. Il DNA è il codice della vita e con questo strumento possiamo modificarlo: non solo possiamo tagliare una sequenza specifica dal DNA, ma possiamo sostituirla con una versione riparata o modificata, come correggere un errore di ortografia in una storia.
Quanto è importante per te la divulgazione scientifica?
Nel corso della mia carriera, ho capito con sempre maggiore evidenza che la comunicazione e la divulgazione non sono cose opzionali, ma sono una parte essenziale della scienza stessa. Se fai ricerche straordinarie, ma nessuno lo sa, non serve a nulla. Nel mio lavoro, sono sempre stata spinta a rispondere a domande importanti per il progresso della scienza, quindi è sempre stato fondamentale per me che la mia ricerca fosse spiegata bene e compresa da quante più persone possibile
I giovani come me possono essere buoni comunicatori?
Assolutamente! I giovani sono spesso narratori naturali e i social stanno già educando ad alcune abitudini fondamentali per la comunicazione scientifica: essere brevi e diretti, pensare al proprio pubblico prima di dire qualsiasi cosa e non lasciare che qualcuno impedisca di esprimere la propria opinione quando si ha una buona idea. Una delle cose più importanti da ricordare è che le persone rispondono all’impatto; per questo non bisogna parlare solo da scienziato ma spiegare anche perché si è arrivati a delle conclusioni scientifiche e come esse influenzano la vita di ciascuno.
Quali sono le caratteristiche di un buon comunicatore?
Un buon comunicatore è qualcuno che capisce come parlare a diversi tipi di persone. Bisogna essere in grado di parlare di editing del genoma con una classe delle superiori e con un professore universitario. Una buona comunicazione spesso implica metafore o semplici confronti con cui le persone possono relazionarsi; per questo spesso descrivo CRISPR come delle “forbici molecolari”. Ovviamente, non sono delle vere e proprie forbici, ma le persone possono facilmente capire cosa significa e persino avere un’immagine nelle loro menti. Aggiungo che i buoni comunicatori sono anche buoni ascoltatori perché la comunicazione avviene tra due persone, non in un’unica direzione.
Torniamo alla scoperta che ti è valsa il Nobel: quali sono le future applicazioni della tua tecnologia? Quando hai fatto questa scoperta?
Il primo documento che descrive l’uso di CRISPR-Cas9 per l’editing genetico è stato pubblicato nel 2012, quindi sono passati ben otto anni. Le applicazioni più immediate saranno per il trattamento di malattie genetiche e abbiamo riscontrato un successo iniziale nel trattamento di malattie del sangue come l’anemia falciforme. Sono anche fiduciosa sulla capacità dell’editing del genoma di avere un grande effetto in agricoltura, aiutando a risolvere la fame e rendendo le colture più resistenti ai cambiamenti climatici. Sono anche sicura che altri inventeranno nuovi usi che non ho mai nemmeno sognato, e questo è davvero eccitante.
Pensi che ci siano ancora stereotipi sulle scienziate? Come possono essere combattuti?
Sì, purtroppo ci sono ancora stereotipi sulle scienziate e anche problemi sistemici che trattengono le donne, anche involontariamente, dal buttarsi nel mondo della scienza. Però le cose stanno cambiando in fretta e sono sicura che continueranno a migliorare. Il mio sogno è che un giorno non ci si sorprenderà più se due donne vincono il Premio Nobel. Dovrebbe essere normale. Non siamo ancora a quel punto, ma spero di poter servire da esempio alle giovani donne per mostrare ciò che è possibile: se le persone vedono tipi diversi di persone in ruoli diversi, si arriverà a una normalizzazione.
Uno dei miei sogni è diventare biologo, poterti intervistare è un piccolo grande sogno che si realizza. Quale consiglio mi potresti dare? Approfitto del momento per ringraziare mia madre che mi ha sostenuto sempre
Grazie mille per avermi contattato, Simone! Spero che continuerai a perseguire la scienza, la comunicazione e ad aiutare le persone a capire il mondo che le circonda. Ho sempre trovato che sia essenziale circondarsi di persone che ci supportano nei nostri interessi e sono sempre lì per te. Il successo nella scienza non avviene mai da soli: ci vuole una comunità. È meraviglioso che tu abbia il sostegno di tua madre, Francesca Toscano. Crescerai sempre quando sarai circondato dalla famiglia. Man mano che prosegui nella scienza, troverai anche la tua famiglia scientifica. Sono più importanti di quanto tu possa immaginare. Auguri!