Scienza
Materia oscura, scoperta ma sconosciuta
Ad oggi le nostre conoscenze riguardo alle caratteristiche della materia sono insufficienti per comprenderla appieno, ma quando si potranno definire con più precisione, si riuscirà a descrivere meglio il nostro universo
Giancarlo Asara | 18 maggio 2021

Dopo il rinvenimento di un nuovo tipo di materia e di energia, chiamate rispettivamente materia oscura ed energia oscura, la comunità scientifica è andata letteralmente in subbuglio. 

In particolare è una l'informazione che stupisce: esse compongono il 95% dell'universo, mentre la materia che conosciamo quotidianamente - quella ordinaria - ne compone solo il 5%. Prima si pensava che quest'ultima fosse la sola a comporre il cosmo.

Conosciamo davvero la materia?

Ad oggi le nostre conoscenze riguardo alle caratteristiche della materia sono insufficienti per comprenderla appieno, ma quando si potranno definire con più precisione, si riuscirà a descrivere meglio il nostro universo.

Finora la tanto agognata rivelazione diretta della materia oscura è ancora lontana, ma gli scienziati provano a simularla nell’LHC (Large Hardron Collider, l’acceleratore di particelle situato al CERN) e conducono esperimenti in sonde nei ghiacciai del Polo Sud.

È dunque probabile che nuove ipotesi ci porteranno alla scoperta definitiva e completa della materia oscura? Non è dato saperlo. La prima ha come protagonista LHC e la “particella di Dio”. Per puro caso gli scienziati del CERN hanno assistito ad un particolare decadimento del bosone, un evento più unico che raro. Esso si scomponeva in un fotone e due leptoni (una particella elementare), evento molto strano che ha dato da pensare agli studiosi ginevrini, poiché normalmente la particella si scompone in due fotoni. Da questa stranezza si è capito che vi sono varie strade per arrivare alla materia oscura «e uno di questi mezzi per accedervi potrebbe essere proprio il bosone di Higgs» come afferma Beacham.

Un’altra particolare osservazione è stata fornita dal dott. Massimo Meneghetti, il quale asserisce che sono varie discrepanze fra le osservazioni e le simulazioni numeriche, e ciò ci consente di capire che nel loro modello teorico manca qualcosa, qualche componente fisica per spiegare l’ignoto.

Ingente è il lavoro che gli scienziati devono ancora svolgere, la fisica necessaria è ancora da scrivere e non è presente nei libri scolastici: come marinai in bonaccia occorre remare con tutte le nostre forze per arrivare alla nostra meta affinché la questione “materia oscura” sia chiarita al più presto.

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