Scienza
Gli Ogm sono dannosi per la salute?
Proviamo a rispondere tra fake news e ricerche scientifiche alla questione Ogm
Lorenzo Sepe | 16 agosto 2024

Il fenomeno degli Ogm, con le sue possibili finalità, ha sempre destato interesse da parte degli studiosi e delle grandi aziende. Gli OGM, "Organismi Geneticamente Modificati", sono organismi in cui parte del genoma è stato modificato per ottenere nelle specie nuove caratteristiche ricercate e utili. La differenza con gli incroci è che seppur hanno finalità simili, il classico incrocio avviene secondo natura, mentre con la manipolazione genetica l'uomo è riuscito a combinare organismi normalmente incompatibili.

La storia degli Ogm

Il primo OGM fu ottenuto nel 1973 da Stanley Cohen e Herbert Boyer. I primi organismi transgenici che l’uomo manipolò furono dei batteri; la tecnica fu estesa a colture in vitro di cellule di mammiferi, molte delle quali, però, non riuscivano a sopravvivere a lungo. Il passo successivo fu quello di inoculare geni estranei all’interno di embrioni in modo da ottenere interi organismi transgenici. Il primo successo fu quello dei biologi statunitensi Ralph L. Brinster e Richard Palmiter che, nel 1982, introdussero il gene dell’ormone della crescita prelevato da un ratto in embrioni di topo, e ottenendo topi di dimensioni analoghe a quelle dei ratti, denominati super-topi. Il passo successivo fu quello di apportare queste modifiche anche in campo alimentare, quando nel 1994 venne lanciato per la prima volta sul mercato un pomodoro geneticamente modificato. La novità di questo pomodoro consisteva nella sua capacità di rimanere “fresco” più a lungo.

I risvolti positivi degli Ogm

Ma quali sono e dove possiamo trovare risvolti positivi nell’uso di Ogm? In campo agricolo ad esempio, sono stati prodotti mais, cotone e soia modificati in modo da aumentare la resa delle colture e ridurre l’uso di pesticidi. In particolar modo in Asia si coltiva su larga scala il riso contenente una maggiore quantità di vitamina A, noto anche come golden rice. In campo biomedico i prodotti più famosi derivanti da modificazioni genetiche sono l’insulina, dal batterio Escherichiacoli, ed il vaccino per l’epatite B ottenuto dal lievito geneticamente modificato. Come in tutte le questioni, soprattutto quelle di una certa importanza, come la presenza di alimenti Ogm sul mercato, c’è anche chi per motivi politici-economici, chi per motivi etici, non condivide la produzione e l’uso di questi prodotti.

Il consumo di cibi Ogm ha sempre destato molti interrogativi da parte dei consumatori che si chiedono se sia davvero utile per la nutrizione o se queste modifiche genetiche possano creare danni alla salute e all’ambiente. Innanzitutto in questo breve lasso di tempo, circa 30 anni, non ci sono state grandi problematiche successive all’assunzione reiterata di cibo Ogm, ma molti sostengono che sia passato ancora troppo poco tempo per verificarne effetti a lungo termine. In campo Europeo la direttiva n. 2001/11/CE regola la produzione ed il consumo di ogm demandando alle nazioni la possibilità di applicare ulteriori regole. Al momento in Italia non è consentito sperimentare e coltivare ogm (piante geneticamente modificate), sono invece consentite le importazioni da Paesi terzi con l’obbligo di apporre un'etichetta in caso di presenza superiore alle 0,9% di alterazione genetica.

Secondo uno studio italiano pubblicato sulla rivista “Scientific Reports” e condotto da un gruppo di ricercatori della Scuola superiore di Sant’Anna e dell’Università di Pisa, a seguito di uno studio approfondito di dati matematici raccolti in 21 anni  (tra il 1996 “anno zero” di produzione e il 2016) di coltivazione mondiale di mais, si è venuti alla conclusione che il mais transgenico non comporta rischi per la salute umana, animale e ambientale.

Concludendo possiamo affermare che l’ingresso nel mercato di Ogm non ha, almeno per il momento, creato alcun tipo di danno alla salute o all’ambiente, anzi ha fornito nuove cure e possibili nuove varianti di alimenti che vadano incontro alle esigenze delle aziende e della popolazione.

 

Commenti