Scienza
Perché ci droghiamo? La parola agli esperti
Spazio Intermedium è uno spazio di ascolto dedicato alle questioni sulle sostanze che offre informazioni di riduzione del danno, orientamento al mondo delle sostanze e della salute mentale, brevi consulenze, interventi psicologici focalizzati e gruppi di parola: la nostra intervista allo psicologo Pasquale Esposito e alla psicoterapeuta Chiara Litardi
Redazione | 6 novembre 2024

Perché ci droghiamo?
Ovviamente la risposta cambia in base alla persona e in base alla sostanza. Però possiamo dire che la sostanza ha sia una funzione ricreativa e la si con- suma per divertirsi, sia una funzione farmaco-terapeutica: alcune persone vi ricorrono per alleviare dei dolori e per stare meglio. Questa è la parte più problematica dell’uso di sostanze ed espone maggiormente alla dipendenza perché ha un ruolo di auto-fuga, compensativo rispetto a un problema che non ha trovato altra soluzione.

Cosa significa avere una dipendenza?

Si tratta di un processo che coinvolge la persona, la sostanza e l’ambiente circostante. Queste tre variabili, incrociandosi tra di loro, possono portare a sviluppare un rapporto molto stretto con una sostanza o un comportamento che arriva a ridurre il ventaglio di relazione con il resto del mondo o altri tipi di attività. In qualche modo, è una componente centrale della vita umana: siamo sempre dipendenti da qualcosa o qualcuno. In questo senso, si può essere dipendenti anche dal lavoro, da una passione, da un oggetto, da una persona. Viene spesso definita dalle neuroscienze come una “malat- tia cronica recidivante” e quindi un condizione irreparabile. Questo non è necessariamente vero: anche se è innegabile un certo grado di difficoltà ad uscirne, non è un eluttabile destino.

Quanto l’uso di sostanze è collegato alla dipendenza?

Non necessariamente l’uso porta dipendenza. Quando si parla di “dipendenza”, la risposta è sempre “dipende”. Ce lo dimostra l’esperimento del rat-park: somministrando sostanze stupefacenti a dei ratti in gabbie di- verse, si è visto che chi sperimenta gratificazioni dall’ambiente esterno ha più facilità a rinunciare a dipendenze e sostanze. Ecco quindi che anche l’ambiente esterno e i legami sociali sono fondamentali per uscirne. E qui si apre il problema della fuoriuscita dalle comunità terapeutiche e delle ricadute.

Quale fascia di età fa maggiormente uso di sostanze?

L’adolescenza (dai 15 ai 27), perché è il periodo in cui si cercano emozioni forti, si sperimentano i propri limiti e ci si relaziona tra pari. Diverso è il discorso della dipendenza.

C'è qualcosa che accomuna tutti i ragazzi che si rivolgono a voi?

Sono vivi e hanno voglia di vivere meglio.

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