Etica da smartphone
La spunta che non ti aspetti
Chattare non è (sempre) una cosa semplice. Specie se l’app di messaggistica mobile più in voga del momento, Whatsapp, inserisce quasi a sorpresa due “baffi” blu…
Luca Pizzimenti | 31 dicembre 2014
Sarà che viviamo in un mondo digitale, dinamico e con il pallino dell’immediatezza, sarà che il mondo della comunicazione è in continuo sviluppo per migliorare le nostre interazioni e di conseguenza le nostre relazioni, ma la cruda realtà è che la tecnologia, incarnata sotto le spoglie di Whatsapp, ha trovato un altro modo per crearci problemi di cui, francamente, non sentivamo il bisogno. Ebbene sì, recentemente, i geni che operano in quel della Silicon Valley hanno deciso di introdurre la doppia spunta colorata.
Piccolo riassunto per chi non fosse pratico con Whatsapp: questo servizio di messaggistica istantanea per smartphone prevede, dopo l’invio del messaggio, la comparsa a schermo di tre (bei tempi quando erano due) simboli di ricezione del messaggio: una spunta equivale alla ricezione, da parte del server, del messaggio, due spunte notificano la ricezione del messaggio sul telefono del destinatario e la diabolica doppia spunta azzurra indica l’avvenuta lettura del messaggio. Qualcuno si chiederà dove risieda il problema, che male ci sia se dall’altra parte del display possano ricevere una notifica di lettura. Ebbene, la parte dolente è questa: la doppia spunta colorata invece che migliorare la vita di noi poveri utenti, la peggiora. La peggiora dando vita a dissapori tra amici e familiari del tipo: “Ho visto che hai letto il mio messaggio cinque minuti fa, cosa stai facendo, rispondi immediatamente”, alla quale segue l’evergreen tra tutte le risposte: “scusa ero al bagno”. Facili ironie a parte, la questione è ben più profonda di quanto si possa immaginare: l’introduzione di questa nuova feature pone un problema etico, ovvero come la tecnologia possa modellare le nostre vite tramite l’utilizzo di applicazioni che, di fatto, vanno a sostituire un’interazione personale, faccia a faccia, con una fredda interazione virtuale. La doppia spunta azzurra sovrappone i due concetti, obbligando una conversazione virtuale, che non necessariamente si svolge secondo una struttura botta e risposta (a differenza di una conversazione reale), a trasformarsi in una finta conversazione reale, lasciando gli utenti in un limbo decisionale. Cosa fare? Rispondere immediatamente, sebbene ora io sia occupato, o visualizzare il messaggio e rispondere un’ora dopo, terminato l’impegno, rischiando però di offendere l’interlocutore? In sostanza, questi sono i “benefici” portati dalla doppia spunta azzurra. Meno privacy, meno tranquillità, ma più immediatezza. Forse sarebbe stato più corretto introdurre una notifica di lettura non dissimile da quella disponibile nei servizi di posta elettronica: quando veramente serve, si invia una richiesta di presa visione insieme al messaggio, alla quale il destinatario sarà libero di rispondere come più gli aggrada. Di certo, se si tratta di qualcosa di urgente, il ricevente sarà ben felice di notificare l’avvenuta lettura. Lo si può fare anche con gli sms (pagando). A proposito, vi ricordate ancora degli sms? Magari, non erano poi così male. Mi manca il condensare avvenimenti e storie troppo complesse in quei centosessanta caratteri che non bastavano mai, lo stare attento a non superare la fatidica soglia dei cento messaggi, forse mi manca anche quel grandissimo furto conosciuto come Vodafone Infinity, croce e delizia della mia adolescenza. E mentre li rimpiango, gli sms, ho smesso di inviarli anni fa.
Piccolo riassunto per chi non fosse pratico con Whatsapp: questo servizio di messaggistica istantanea per smartphone prevede, dopo l’invio del messaggio, la comparsa a schermo di tre (bei tempi quando erano due) simboli di ricezione del messaggio: una spunta equivale alla ricezione, da parte del server, del messaggio, due spunte notificano la ricezione del messaggio sul telefono del destinatario e la diabolica doppia spunta azzurra indica l’avvenuta lettura del messaggio. Qualcuno si chiederà dove risieda il problema, che male ci sia se dall’altra parte del display possano ricevere una notifica di lettura. Ebbene, la parte dolente è questa: la doppia spunta colorata invece che migliorare la vita di noi poveri utenti, la peggiora. La peggiora dando vita a dissapori tra amici e familiari del tipo: “Ho visto che hai letto il mio messaggio cinque minuti fa, cosa stai facendo, rispondi immediatamente”, alla quale segue l’evergreen tra tutte le risposte: “scusa ero al bagno”. Facili ironie a parte, la questione è ben più profonda di quanto si possa immaginare: l’introduzione di questa nuova feature pone un problema etico, ovvero come la tecnologia possa modellare le nostre vite tramite l’utilizzo di applicazioni che, di fatto, vanno a sostituire un’interazione personale, faccia a faccia, con una fredda interazione virtuale. La doppia spunta azzurra sovrappone i due concetti, obbligando una conversazione virtuale, che non necessariamente si svolge secondo una struttura botta e risposta (a differenza di una conversazione reale), a trasformarsi in una finta conversazione reale, lasciando gli utenti in un limbo decisionale. Cosa fare? Rispondere immediatamente, sebbene ora io sia occupato, o visualizzare il messaggio e rispondere un’ora dopo, terminato l’impegno, rischiando però di offendere l’interlocutore? In sostanza, questi sono i “benefici” portati dalla doppia spunta azzurra. Meno privacy, meno tranquillità, ma più immediatezza. Forse sarebbe stato più corretto introdurre una notifica di lettura non dissimile da quella disponibile nei servizi di posta elettronica: quando veramente serve, si invia una richiesta di presa visione insieme al messaggio, alla quale il destinatario sarà libero di rispondere come più gli aggrada. Di certo, se si tratta di qualcosa di urgente, il ricevente sarà ben felice di notificare l’avvenuta lettura. Lo si può fare anche con gli sms (pagando). A proposito, vi ricordate ancora degli sms? Magari, non erano poi così male. Mi manca il condensare avvenimenti e storie troppo complesse in quei centosessanta caratteri che non bastavano mai, lo stare attento a non superare la fatidica soglia dei cento messaggi, forse mi manca anche quel grandissimo furto conosciuto come Vodafone Infinity, croce e delizia della mia adolescenza. E mentre li rimpiango, gli sms, ho smesso di inviarli anni fa.
Commenti
Effettua il login per inviare un commento