Scuola
La scuola, la vogliamo aperta
Le idee degli studenti per una scuola moderna, interattiva e partecipata
Gaia Ravazzi | 19 settembre 2019

Settembre è il mese dei cambiamenti, dei diari cominciati e della resa dei conti con i buoni propositi di gennaio. La scuola ricomincia e si trae un personale bilancio del vecchio e del nuovo, di cosa tenere e cosa lasciare. Tra nuovo governo agli albori e vecchie problematiche, l’anno scolastico si apre con la speranza che qualcosa cambi.

Il nuovo ministro, Lorenzo Fioramonti, inizia il suo mandato con una forte dichiarazione al Corriere Della Sera: “Ci vogliono investimenti subito, nella legge di Bilancio: due miliardi per la scuola e uno almeno per l’università. Lo dico da ora: se non ci saranno, mi dimetto”. Alessandro, sedici anni dal Liceo Anco Marzio di Ostia, ospite negli studi romani di Zai.time, la trasmissione quotidiana partecipata dagli studenti, non può che essere d’accordo, sottolineando che quello che desidera dal nuovo ministro sono proprio “più fondi per le strutture scolastiche”.

Francesco, anche lui sedici anni, esprime come primo desiderio per la scuola una didattica diversa, dinamica: “Io affronterei per prima cosa la metodologia di insegnamento. Stiamo troppo tempo sui banchi e le lezioni avvengono in maniera troppo statica. Bisognerebbe fare una lezione molto più interattiva, ad esempio utilizzare molto di più i laboratori e fare più gite. So che non è una cosa semplice ma si può migliorare”.

La scuola come la immaginano i ragazzi, però, talvolta non è troppo lontana dalla realtà. Come dimostra, ad esempio, l’iniziativa estiva di “autogestione permanente” del Liceo Scientifico Statale Righi di Roma, Estate al Liceo Righi, un progetto per tenere aperta tutta l’estate la scuola con iniziative culturali di ogni genere. Lorenzo Sciarretta, ex alunno e presidente dell’associazione Boncompagni22, racconta una scuola dinamica, partecipata e vivace per farla vivere oltre il suono della campanella. Un progetto unico nel suo genere che concilia la valorizzazione un bene pubblico sottoutilizzato con un vero e proprio esperimento di cittadinanza attiva.

 

Quali sono le serate che hanno arricchito l’Estate romana?

A partire da un palinsesto culturale realizzato da alunni ed ex alunni abbiamo animato il liceo con cinema, musica classica, teatro, presentazioni di libri, incontri e installazioni artistiche che hanno un po’ trasformato il liceo in un polmone sociale e culturale di un quartiere di pubbliche amministrazioni e uffici che la sera si svuota. È un’iniziativa che, però, si inserisce in una più ampia programmazione che vede il liceo Righi da cinquecento giorni sempre autogestito e aperto al quartiere.

 

Quante persone hanno partecipato?

Abbiamo avuto oltre 5.000 persone che sono venute durante i pomeriggi e le sere a passare del tempo con noi. Ci fa ben sperare e ci dà una spinta a ripartire a settembre con le normali attività, con iniziative rivolte agli studenti e al territorio tutti i pomeriggi e le sere, interamente autogestite dagli studenti.

 

Come è possibile realizzare un progetto simile in altre scuole?

Noi abbiamo realizzato questo progetto innanzitutto creando una comunità scolastica, il centro culturale Boncompagni22, che ha fatto rimanere la scuola sempre aperta per cinquecento giorni. Tutto è partito dalla creazione di un rapporto di fiducia con il dirigente scolastico e i professori, con tutta la scuola, con la quale abbiamo firmato un contratto per prendere in gestione gli spazi. Poi tanta buona volontà, energia per trovare i fondi ma soprattutto stringere rapporti con tante associazioni del territorio.

 

Come è stato reso possibile questo progetto?

Abbiamo vinto il bando dell’Estate romana e abbiamo avuto un contributo da parte del Comune di Roma per realizzare l’iniziativa. È un progetto, però, che ha sempre avuto l’attenzione delle istituzioni, basti pensare che quando abbiamo iniziato il crowdfunding online per aprire il centro culturale una mattina ci trovammo una donazione del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Essendo un esperimento nuovo che attrae curiosità, siamo stati aiutati anche dall’assessore alla scuola Baldassarre per esportare questo progetto in altre scuole.

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