Ansia, frustrazione, stress. A causa delle restrizioni imposte dal COVID-19, gli adolescenti sono la categoria più vulnerabile. I rischi di una pandemia sono diversi, oltre alla salute vanno considerati anche i fattori psicologici che si trovano in questo stato di tensione da molto tempo. Soprattutto nella seconda ondata, l'impatto su bambini e adolescenti, compresi quelli che non hanno mostrato alcuna malattia prima della fase pandemica, e quelli che hanno già malattie mentali, la pandemia non sembra assolutamente essere d’aiuto.
Le conseguenze
Grazie ad alcuni studi è stato documentato come nei bambini in età pre-adolescenziale, quindi fino a 12 anni, si sia registrato un aumento dei disturbi del sonno e dell’ansia in generale. Quindi sono bambini più irritabili, che dormono meno, dormono male, e che mostrano forti preoccupazioni rispetto alla loro salute ma ancora di più per quel che riguarda la salute dei propri genitori. Per gli adolescenti, oltre ad un netto aumento dei disturbi del sonno, si registra anche la comparsa di quadri di ansia e di depressione, quindi anche di forte chiusura e solitudine. A causa di situazioni drammatiche, alcuni ragazzi si sono trovati da un momento all’altro al pronto soccorso, e i motivi sono prevalentemente legati a tentativi di suicidio o comunque ad attività di autolesionismo.
Seconda ondata
Nella prima ondata si è associata una maggiore disponibilità a vivere le norme restrittive, nel senso che i ragazzi, in molti casi, hanno vissuto la chiusura delle scuole come un’anticipazione delle vacanze e poi, dato ancora più importante, in quel periodo i genitori erano presenti in casa, visti come punto di riferimento e importantissimo scudo di protezione. Ad ottobre, invece, la chiusura delle scuole, almeno per la secondaria di secondo grado, ha coinciso con l’assenza dei genitori, che nella maggior parte dei casi avevano ripreso la propria attività lavorativa, e questo probabilmente ha ridotto gli strumenti di difesa dei ragazzi, in qualche modo si sono sentiti più soli. Dopo più di un anno, il Covid sta ricordando a tutti, che la scuola non è solo apprendimento, ma socializzazione, confronto e protezione. Gli adolescenti in particolare modo vedono nei coetanei dei veri e propri complici, mentre i genitori come dei nemici.
Oggi
Oggi questo aspetto è mancato in maniera molto forte ed ha determinato una maggiore fragilità nei ragazzi, soprattutto quelli già duramente provati da altre esperienze o comunque da dei vissuti particolarmente importanti. La salute mentale si basa essenzialmente sulla costruzione di relazioni positive, cioè sull’educazione ad una socialità corretta. Questo è un ruolo fondamentale che se non svolge la scuola pochi altri possono svolgere. La vita in famiglia è una vita che si caratterizza, soprattutto per gli adolescenti, con il confronto con altre generazioni, con il senso del limite, della regola e quant’altro. Il rapporto con i pari in alcuni casi diventa quasi terapeutico, esiste un filone di approccio ai disturbi mentali che si chiama peer therapy, terapia condotta con e dai pari, cioè dai coetanei, che acquisisce un ruolo importantissimo nella crescita dei ragazzi.
Dad
Ciò non significa che l'apprendimento a distanza in sé sia negativo: se è limitato all'insegnamento delle abilità, allora è negativo. D'altra parte, l'apprendimento a distanza è anche influenzato dall'esperienza di vita diretta e dalle relazioni sociali e può svolgere un ruolo importante. Tuttavia, dobbiamo chiederci come dovremmo condurre l'apprendimento a distanza. Ovviamente, questa non può essere una lettura manuale su un computer o la spiegazione di un precedente professore come un video del passato. Gli studenti devono partecipare anche fornendo suggerimenti per i contenuti della formazione. Seguire una lezione video tradizionale è molto più difficile, faticoso e stimolante. Se non utilizziamo la tecnologia progettata per coinvolgere i bambini in gran numero, anche il livello di apprendimento ne risentirà. Ovviamente, gli insegnanti non possono essere biasimati su base ampia e generale. Sarebbe servito del tempo per dare maggiori informazioni e spiegare agli insegnanti che cos’è una pandemia, come ci si può infettare, quali sono gli strumenti per potersi difendere.
Il ruolo degli insegnenti
Le notizie riportate sono state spesso caotiche, a volte contraddittorie, e non hanno aiutato ad un approccio più sereno. I ragazzi, e i bambini in particolare, vivono lo stress legato alla pandemia come riflesso di quanto vedono e sperimentano negli adulti. I bambini che hanno dimostrato maggiori livelli di stress sono stati quelli con genitori fortemente preoccupati per la pandemia, per la paura di infettarsi e infettare persone care. Questo discorso vale anche per gli insegnanti. Al netto delle difficoltà oggettive che hanno dovuto attraversare, più gli insegnanti sono stati in grado di essere elemento di rassicurazione nei confronti dei propri alunni, tanto più i ragazzi hanno vissuto con maggiore tranquillità questo periodo. Il ruolo di un insegnante è un ruolo prioritario nella vita sociale. Non so se questo Paese verrà preservato, ma se verrà preservato è perché abbiamo iniziato a scuola, quindi dobbiamo rafforzare il lavoro degli insegnanti, non solo economicamente, ma anche nella società. Tutti i livelli sono molto importanti. Deve esserci un equilibrio tra scuola e famiglia, il che significa anche poter assicurare ai genitori di poter accompagnare i propri figli. Molti bambini in difficoltà hanno visto la chiusura delle opportunità di trattamento con la chiusura delle scuole. Molti centri di riabilitazione, soprattutto durante il primo blocco, ma anche alcuni durante la seconda ondata, hanno cercato di garantire il trattamento che di solito veniva fornito prima. Se vogliamo vedere un significato positivo, allora possiamo immaginare che interventi effettuati a una certa distanza abbiano prodotto in alcuni casi risultati soddisfacenti.
E dei genitori
L’altro aspetto a cui si è fatto ricorso è stato un forte coinvolgimento dei genitori. quest’ultimo aspetto che, sebbene abbia un valore positivo, ha significato un carico sulle spalle dei genitori che si è andato accumulando con il carico della didattica dovuto dalla chiusura delle scuole. Dobbiamo fare attenzione a questo, perché i genitori sono già molto provati, almeno in alcuni casi e penso ad esempio ai genitori di bambini autistici gravi, dalle condizioni dei loro figli e caricarli ulteriormente può tradursi in livelli di stress molto impegnativi e non facilmente sostenibili.