Affrontare, prevenire e ridurre la violenza di genere tra gli adolescenti. Pregiudizi, luoghi comuni, frasi sessiste e atteggiamenti non inclusivi spesso possono essere presenti anche nei contesti scolastici causando disagio sociale e psicologico nei confronti di chi vive la discriminazione.
Per questo motivo il progetto “Cut all ties”, promosso da due organizzazioni non governative (ACRA e ABD), entra direttamente nelle scuole, partendo da un programma innovativo educativo che ha coinvolto otto scuole superiori tra Barcellona, Madrid e Milano, proseguendo con la realizzazione di un documentario, passando per un lavoro portato avanti sui social.
Gamification per sensibilizzare
Il punto di forza del progetto non è però unicamente quello di potenziare i laboratori formativi, ma di puntare infatti anche sul gamification, una strategia che impiega il gioco e il meccanismo della “sfida” per produrre cambiamenti sociali nelle credenze e nei comportamenti delle giovani generazioni.
Challenge sui social
I ragazzi sono stati coinvolti attivamente in alcune challenge anche social.
A parlare del progetto, ai microfoni di Zai.Time, la trasmissione partecipata dalle studentesse e studenti in onda su Radio Zainet, Radio Jeans e Hotblockradio, Michele Spreafico, formatore di ACRA: “Si tratta di un progetto europeo che si è sviluppato in diverse città. Io faccio parte della ONG Acra che si è occupata di implementare questo progetto in alcune scuole di Milano. L’obiettivo è quello di prevenire la violenza di genere fra adolescenti e il laboratorio sulla tematica si è sviluppato in due scuole superiori professionali di Milano. Mi sono occupato di organizzare percorsi laboratoriali di sei incontri per ciascuna di queste scuole per portare la tematica all’interno delle classi e capire la percezione del problema fra gli adolescenti”.
Nuove generazioni più sensibili alle discriminazioni di genere
Sulle percezione degli studenti registrate sulla tematica Spreafico ha raccontato: “Siamo andati in un Istituto tecnico con indirizzo turistico e in un ex alberghiero. Il progetto ha coinvolto ragazze/i di 17 anni e la tematica è risultata di grande interesse. Alcuni progetti europei vengono realizzate sulle tematiche più in voga, ma in questo caso il tema è molto attinente a quello di cui vogliono parlare i ragazzi. Abbiamo notato che alcune problematiche sono vissute anche all’interno della scuola".
Il no delle ragazze alla divisa nelle scuole
Fra le varie problematiche emerse: “All’interno dell’Ipssar c’era ancora la divisa con le donne che devono indossare la gonna e gli uomini i pantaloni e questa scelta, soprattutto dalle ragazze, era vissuta come una forzatura. Una divisa imposta sul proprio sesso biologico è una delle criticità che è emersa. Il contesto italiano vede un doppio binario: da una parte le nuove generazioni sono molto aperte a parlare delle discriminazioni di genere, dall’altra parte c’è una sorta di resistenza ad aprirsi a queste esigenze. Abbiamo ancora questa concezione che l’uomo e le donne devono comportarsi, rispettivamente, in modi diversi, quando nelle nuove generazioni questo non accade più”.