"Bocciare per noi significa ammettere di aver fallito, di non essere riusciti a motivarti, a farti venire voglia di dare il meglio di te, o ad appassionarti". Così scrive Giovanna Mezzatesta, preside del liceo scientifico Bottoni di Milano, in una lettera scritta sui social destinata agli studenti bocciati; una lettera di incoraggiamento e di augurio per il futuro per tutti quei ragazzi/e amareggiati di non poter accedere alla classe successiva e che si sentono crollare il mondo addosso.
"Abbiamo giocato male e abbiamo perso una partita, non il campionato"
"So già che non mi crederai ma per me, per noi, è bruttissimo quando succede. Quando alziamo la mano per decidere la non ammissione, io come la maggior parte di noi, stiamo male, ma sul serio. Certo, però, che un po’ anche tu…, sì insomma, potevi dare di più! Ma non è solo questo. Non è mai, solo questo. Per cui ti voglio dire una cosa. Che vale sia per me, che per te. Il prossimo anno sarai, dovrai essere, lì, di nuovo. Saremo ancora insieme. Abbiamo perso una partita. Abbiamo giocato male. Ma è una partita, non è tutto il campionato". Queste le parole del dirigente scolastico, un messaggio di vicinanza, di invito a non arrendersi e a ritentare il tutto per tutto l'anno successivo, con la consapevolezza che la decisione di bocciare da parte dei docenti non è mai frutto odio, ma di sofferenza per non essere riusciti a fare di più con i propri alunni, alunni che comunque devono prendersi la propria parte di responsabilità e capire qualis sono le loro mancanze e dove hanno sbagliato.
"Adesso un anno in più ti sembra un’eternità, e tanti ti diranno che così resti indietro, che sei un perdente, che non capisci niente: non è così. Hai il tempo dalla tua", prosegue la lettera. "Fra dieci anni nessuno si ricorderà di questa bocciatura. Tutti guarderanno la persona che sarai diventato, non certo quanti anni ci hai messo a finire la scuola. E la persona che diventerai comincia da domani mattina, quando ti sveglierai. Comincia dalla tua voglia di dimostrare che puoi dare molto di più, da quanta forza sei disposto a mettere sul piatto per realizzare i tuoi sogni. Io sarò lì, promesso. E vedrai che ce la farai!".
L'idea quindi è di rimanere vicino ai propri studenti, sostenerli, aiutarli a capire quando possono fare meglio e quando invece è l'insegnante a dover fare qualcosa in più, calandosi nei panni del proprio alunno con l'obiettivo permanente di investire su di lui.
"Un'ultima raccomandazione: Non aver paura di ciò che diranno gli altri, di essere giudicato male o sminuito per questa piccola sconfitta. È dentro di te che devi trovare la forza di andare avanti, e sono certa che ce la farai. Quasi sempre è dagli insuccessi che nascono le più grandi vittorie. Credi in te stesso/a ancora più di prima, come noi faremo con te. E se hai bisogno di piangere, piangi. Presto saranno lacrime di gioia".
La bocciatura non è e non sarà mai un evento facile da affrontare nella vita di uno studente, ma guardare la realtà per quella che è, attraversare un momento di dolore necessario e accettarlo per poi ripartire, è sicuramente il modo migliore per risalire la china, considerando tutto questo solo un incidente di percorso che non muterà ciò che diventeremo in futuro.