Il voto in codotta arriva anche alle medie. Lo decide la riforma Valditara, voluta dall'attuale ministro dell'istruzione e del merito. Si tratta ancora di un disegno di legge del governo, che potrebbe entrare in vigore dopo l’esame delle Camere. Lo studente che non raggiunge la sufficienza è bocciato o non ammesso all’esame di Stato. Chi ottiene solo il minimo, il classico 6 in condotta, è rimandato a settembre e deve presentare un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale (per chi è in quinta, l’elaborato diventa parte dell’esame). Il voto in condotta influirà sul voto finale di maturità: solo chi ha 9 o 10 potrà sperare di ottenere il punteggio più alto nei crediti. Inoltre il 5 non scatterà solo in presenza di atti violenti o di aggressione nei confronti del personale scolastico e degli studenti ma anche per gravi e ripetute violazioni del regolamento d’istituto. Cambiano anche le sospensioni: l’alunno che deve stare a casa fino a due giorni svolgerà attività su temi legati ai comportamenti messi in atto, con elaborato finale. Nel caso di sospensioni lunghe dovrà svolgere volontariato in strutture convenzionate.
Nella riforma Valditara c’è, però, anche una rinnovata attenzione all’istruzione professionale, con l'istituzione di una filiera formativa tecnologica professionale, di cui faranno parte gli istituti tecnologici superiori post diploma, i percorsi di formazione professionale e tecnica, e a cui potranno aderire anche le Regioni, che gestiscono la formazione professionale. Gli istituti superiori in una prima fase sperimentale avranno una durata di 4 anni anziché 5. La parola chiave è partnership: le Regioni e gli uffici scolastici potranno stipulare accordi con soggetti pubblici e privati, anche con l’istituzione di campus.