Finito il colloquio non ci è ancora chiaro in che modo di preciso svolgere l’esame presso una scuola paritaria “ci assicuri” il diploma, ma a chiarire ogni dubbio è stato il direttore dell’Istituto Aurelia Fevola.
Al di là di Ponte Milvio, a Roma, nasce l’Istituto Aurelia Fevola. Una volta entrata mi sento quasi a casa: con le scale tipiche dei palazzi storici romani che mi ricordano tanto il mio ex liceo e la campanella appesa al muro che scandisce gli orari scolastici. Effettivamente quell’aspetto tipico di ogni liceo romano è giustificato dal fatto che, come mi spiega il direttore una volta entrata, le lezioni si svolgono in presenza (a differenza dei corsi erogati da Pronto Diploma).
La formazione, dal costo di 4500€, prevede lezioni dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00 o 14:00; a maggio si svolgerà l’esame preliminare con insegnanti interni per accedere alla maturità che, come dalla precedente offerta, possiamo svolgere in due modalità. Possiamo scegliere di sostenere l’esame in una scuola pubblica a costo zero, ma il direttore mi mette in guardia dicendomi che sarebbe praticamente un suicidio perché tutti i professori sono esterni, non sanno nulla di me e probabilmente la mia preparazione mi metterebbe in difficoltà. Oppure posso svolgere l’esame presso la scuola paritaria Giovanni Paolo II a Roma, convenzionata con l’Istituto. In questo caso però dovrei pagare una tassa aggiuntiva di 2500€. Sono ancora un po’ confusa, quindi chiedo al direttore di rassicurarmi:
G: Se scelgo la paritaria, l’esame lo passo al 100%?
F: La sicurezza al 100% non posso dartela, ma al 90% sì. Il 10% però dipende da te.
Mi chiedo allora in cosa consista quel 10% di impegno personale, e prima ancora che sia io a chiederlo mi viene risposto che durante gli esami devo essere educata e che per quanto riguarda le prove scritte devo impegnarmi a rimanere tutte e sei le ore previste, perché non si sa mai che dopo la sesta ora mi arrivi l’aiutino. L’unico dubbio che rimane è come superare il momento più temuto da ogni maturando, l’orale di maturità, che consiste attualmente nel collegare a tutte le materie studiate uno spunto da cui emerga una tematica rilevante che viene consegnato sul momento allo studente dalla commissione. Semplice: ripeto la tesina che ho scritto; si perché prima dell’esame i professori interni mi avranno sicuramente suggerito gli argomenti che mi verranno chiesti in sede d’esame. Insomma, niente paura ragazzi, nessun effetto sorpresa.
Quando penso di aver chiara la situazione mi viene proposta una nuova offerta. Nel colloquio ho accennato di essere una lavoratrice, condizione che non mi permetterebbe di frequentare le lezioni in mattinata durante tutta la settimana. Fortunatamente l’Istituto svolge anche corsi pomeridiani, tre volte alla settimana dalle 14:00 alle 16:00, un percorso sicuramente meno impegnativo ma che necessita almeno di una frequentazione costante e grazie al quale avrei a disposizione un tutor personale che mi accompagni dall’iscrizione al diploma; in questo caso però per sostenere gli esami di maturità dovrei recarmi a Napoli. Il direttore forse si accorge che sono un po’ perplessa e capisco dopo una breve spiegazione che lì l’Istituto ha più conoscenze tra il corpo docenti, dunque le mie possibilità di ricevere il diploma potrebbero aumentare.
Esco dal colloquio ripensando al mio percorso scolastico e a quel 10% che ora dipende da me. Tra i banchi di scuola mi hanno sempre insegnato che il 90% del mio percorso sarebbe stato determinato dal mio impegno, dalla costanza, dalla determinazione, dalla voglia di aprire i libri, di costruirmi tramite la conoscenza e la culturauno scudo alla disinformazione. Ora a me spetta solo il 10% del lavoro: essere educata, ascoltare i sugge- rimenti dei professori e imparare la mia tesina. Mi chiedo, allora, se quel 90% rimanente non dipenda forse dal costo molto salato di questa offerta formativa.