Tra le novità di quest’anno c’è il divieto di portare lo smartphone in classe - anche per scopi didattici – che riguarderà 4 milioni e mezzo di alunni del primo ciclo dalla scuola dell'infanzia fino alla terza media. La sua opinione?
Questa decisione accoglie la richiesta comune dell’opinione pubblica, anche sulla scorta di una relazione che fu elaborata dalla Settima Commissione del Senato in cui psicologi, pediatri e neopsichiatri dimostravano che per i bambini più piccoli l’utilizzo dei telefoni fosse pregiudizievole nei confronti di uno sviluppo equilibrato e corretto. Da qui si è arrivati a questa circolare. C’è da tenere in considerazione che le scuole sono abbondantemente fornite di materiale tecnologico, dunque non se ne sentirà la mancanza.
La novità più importante riguarda la cosiddetta riforma "4+2", ossia quella degli istituti tecnici e professionali in collegamento con gli ITS che punta a porre rimedio al 'mismatch' tra domanda e offerta di lavoro. È una decisione che si attendeva da tempo.
Il nostro paese è in ritardo per l’istruzione tecnica superiore, che in altri paesi (vedi la Germania) è decollato e di fatto ha debellato la disoccupazione giovanile perché i diplomati del Tecnico Superiore trovano occupazione in un settore coerente con gli studi in breve tempo. Si tratta quindi di una riforma importante, anche se al momento non è obbligatoria. Il diploma di ITS potrebbe essere un toccasana ma va fatto conoscere il più possibile.
Come sempre sarà un anno scolastico all’insegna delle cattedre scoperte...
Ci tengo a sottolineare ancora una volta la richiesta di dotare le scuole di capacità assunzionali: il gran numero di precari che abbiamo è dovuto alla difficoltà di gestire i concorsi con la dovuta efficacia e rapidità. Se si facesse come in tutti gli altri paesi esteri (tranne Francia) si riuscirebbe a coprire la quasi totalità delle cattedre.