Quella del Preside Specchia è letteralmente una didattica “delle mani in pasta”: una didattica alternativa che porta a realizzare pienamente il successo formativo di ciascun alunno e a non lasciare indietro nessuno. La Cucina Didattica ne è un esempio eclatante perché rappresenta un modello metodologico educativo per l'insegnamento dell'alimentazione ma anche della matematica, della letteratura e di tutte le discipline tradizionali.
Il progetto di cucina didattica ha permesso di ampliare l'offerta formativa per ogni grado scolastico, permettendo a bambini e ragazzi di mettere le mani in pasta e di sperimentare una didattica realmente inclusiva e non tradizionale, cimentandosi in diversi stili di nutrimento e coltivando direttamente dall’orto della scuola il proprio cibo, che viene poi dato in beneficenza attraverso vari progetti di solidarietà. Non solo: lavorando in cucina, bambini e ragazzi imparano a collaborare in team e scompaiono così tutte le criticità legate al bullismo.
Tra le sfide di quest'anno, inoltre, c’è quella di realizzare un progetto con l’Istituto Alberghiero Mantegna di Brescia per l'attivazione della peer education con esperti che vengono a usare la cucina e a spiegare ai bambini il suo funzionamento, e quella di sfruttare i fondi del PNRR per fare orientamento ai ragazzi di terza media che hanno interesse verso i C.F.P. (Centri di Formazione Professionale) e gli Istituti Professionali. Dunque una didattica alternativa per tanti motivi: dal discorso della sostenibilità e del ricircolo, a quello dell'agricoltura biologica; dall'educazione civica a quello delle materie scolastiche sfruttate a livello pragmatico, come la matematica usata per cal- colare il peso e le proporzioni dei biscotti. L'obiettivo è sempre quello di uscire dalla classe e aprirsi a tutte quelle attività che facciano vedere sul campo le possibilità che si hanno a scuola, anche per generare più appeal nei giovani e infondere in loro un insegnamento e un mestiere concreto.