Un giorno a… Scuola di Scienze umanistiche
Let’s tear down barriers!
Cittadini del mondo: è così che ci si sente quando si ha la fortuna di viaggiare senza avere problemi di comunicazione in un altro idioma. Per non parlare dell’importanza delle lingue in tutti i contesti professionali. Ecco perché scegliere il corso
Alice Golisano | 10 dicembre 2013
Sono le otto meno dieci di un lunedì mattina di metà ottobre. Panico. “Oddio, dovrò essere qui sempre così presto! Sembra di essere a scuola...”. Questo è il primo pensiero che ha attraversato la mia mente il primo giorno del mio percorso universitario all’ex facoltà di Lingue e culture moderne.
Ma poco dopo è stato, forse, anche peggio. Entro in aula, siamo una quarantina, e non facciamo in tempo a sederci che l’insegnante comincia a parlare in tedesco. Purtroppo non tutti l’hanno già studiato, e noi principianti (è così che veniamo chiamati noi poveri mortali) rimaniamo un po’ interdetti. Fortunatamente decide di spiegare ciò che ha detto anche in italiano. E così è cominciato tutto!
A ciascuno la sua (lingua)
Ma partiamo dal principio: il Dipartimento di Lingue e culture moderne offre due percorsi di studio, Lingue e culture moderne (LCM), ad accesso libero, e Teorie e tecniche della mediazione interlinguistica (TTMI), a numero programmato (100 studenti), che io frequento. Per entrare a TTMI ho dovuto sostenere un test di cultura generale a inizio settembre, seguito da uno di inglese, perché lo avevo scelto come lingua da studiare durante i tre anni. Le classi sono di circa quaranta studenti e si può scegliere come lingue inglese, francese, tedesco, russo e spagnolo. Chi frequenta il corso di Lingue e culture moderne ha una scelta più ampia, che comprende anche polacco, arabo, svedese e portoghese. È bellissimo imparare nuovi idiomi per comunicare con gli altri, ma siamo sinceri: è tosta. Iniziare una lingua da zero, con le relative lezioni di cultura e letteratura, a cui si aggiungono altre discipline, non è proprio una passeggiata. Ma siamo qui per questo, in fondo: sfatare il mito che gli italiani non sanno parlare le lingue straniere! E poi, viaggiare e chiedere informazioni in un’altra lingua senza essere riconosciuti come italiani, da un punto di vista non solo “accademico”, fa un po’ gonfiare il petto, I can assure you! Senza contare la soddisfazione di saper dare informazioni come si deve se si viene interpellati, senza essere presi da attacchi di panico, sciorinando parole improvvisate miste a gesti esagerati. Tre anni a Lingue e poi vediamo se verremo ancora presi in giro per come parliamo all’estero!
E per il piano di studi?
Allora, per il primo anno è consigliato seguire quello ministeriale: abituatevi all’Università, per aggiungere altri corsi avrete ancora due anni! Soprattutto se studiate una lingua per la prima volta: sappiate che il secondo anno potrete comunque aggiungerne anche una terza; quindi non c’è bisogno di caricarsi di troppi insegnamenti che magari poi non riuscite a seguire. Per di più, tenetelo bene a mente, si hanno molte lezioni obbligatorie. Pensavate forse di poter andare e venire quando e come vi pareva? E invece no! I moduli di Lingua e Traduzione sono obbligatori. Tra i facoltativi, vi consiglio di seguire anche quelli di letteratura: le lezioni sono interessanti. Se poi vorrete o dovrete saltarne qualcuna… beh, non starò certo a fare la tentatrice, ma avrete l’occasione di farlo, trust me.
Una questione di livelli
Alcune classi di lingue sono divise, per il primo semestre, fra “principianti” e “progrediti”, in modo da permettere ai primi di studiare la lingua dalle basi, senza però annoiare chi già la sa. Questo è accaduto ad esempio a me per il corso di tedesco, ma non per tutte le lingue si viene divisi: dipende dal numero di progrediti. In ogni caso, per ogni lingua si comincia dalle basi, non senza difficoltà naturalmente, ma devo ammettere che il saper scrivere una e-mail, un dettato e saper mettere in fila un discorso non troppo complicato dopo sole sei settimane di università, e senza aver mai studiato almeno una delle due lingue scelte, è qualcosa di cui andare orgogliosi!
Una scelta (quasi) obbligata
E arriviamo a un punto saliente, forse una delle cose più belle del corso di studi in Lingue: di cosa sto parlando? Ma naturalmente dell’Erasmus! Fortemente consigliato per quelli di LCM, obbligatorio per il TTMI, alla fine all’estero ci si va tutti. Quale corso di studi più del nostro si presta a prevedere un periodo all’estero per chi lo frequenta? I tempi sono abbastanza fissi: sei mesi ovunque, tranne che in Russia, dove più di tre non si può stare. Le destinazioni sono prestabilite e, al momento della richiesta, si possono indicare tre preferenze. Io vorrei farlo in Inghilterra, ma non escludo anche la possibilità Germania.
Se siete in difficoltà...
E se mi perdessi nei meandri dei vari corsi? Don’t panic! Proprio per questo motivo sono stati istituiti il “progetto abbandono” e “Un tutor per ogni studente”. Il primo offre la possibilità per gli studenti in difficoltà di chiedere aiuto per qualsiasi chiarimento; il secondo prevede una balia per matricola. Scherzo! In pratica, in base alle lingue scelte ci sarà un tutor che aiuterà un gruppo di studenti a chiarire dubbi che sorgono durante lo studio e che spesso - ammettiamolo - abbiamo paura di chiedere all’insegnante.
Gli esami
Nella prima sessione – quella invernale per intenderci – saranno come minimo due le prove che dovrete sostenere: Geografia umana e Informatica, a cui si potrebbero aggiungere i moduli semestrali di letteratura e cultura di una qualche lingua. Ma come!? Non si studiano solo le lingue? No. Al primo anno di Teorie e tecniche della mediazione interlinguistica avrete, oltre a Geografia umana e Informatica, Glottologia e Linguistica e Letteratura contemporanea italiana.
Il corso di studi negli anni successivi prevede, oltre alle lingue naturalmente, Diritto dell’Unione Europea e alcuni esami di economia a scelta (quello che più vi aggrada, o quello che vi sembra il meno peggio: sono punti di vista).
E poi?
Non si esaurisce tutto sui banchi – ehm pardon – sulle sedie della facoltà. Gli insegnanti vi daranno la possibilità di andare a incontri, conferenze, spettacoli teatrali e al cinema. Pas mal!
E se vorrete continuare su questa strada, via alle Lauree Magistrali: Traduzione e Interpretariato e Lingue e Letterature Moderne per i servizi culturali. Senza contare che, detto fra noi, potreste anche decidere di continuare gli studi all’estero. Dopotutto, avrete tutte le carte in regola per farlo!
Ma poco dopo è stato, forse, anche peggio. Entro in aula, siamo una quarantina, e non facciamo in tempo a sederci che l’insegnante comincia a parlare in tedesco. Purtroppo non tutti l’hanno già studiato, e noi principianti (è così che veniamo chiamati noi poveri mortali) rimaniamo un po’ interdetti. Fortunatamente decide di spiegare ciò che ha detto anche in italiano. E così è cominciato tutto!
A ciascuno la sua (lingua)
Ma partiamo dal principio: il Dipartimento di Lingue e culture moderne offre due percorsi di studio, Lingue e culture moderne (LCM), ad accesso libero, e Teorie e tecniche della mediazione interlinguistica (TTMI), a numero programmato (100 studenti), che io frequento. Per entrare a TTMI ho dovuto sostenere un test di cultura generale a inizio settembre, seguito da uno di inglese, perché lo avevo scelto come lingua da studiare durante i tre anni. Le classi sono di circa quaranta studenti e si può scegliere come lingue inglese, francese, tedesco, russo e spagnolo. Chi frequenta il corso di Lingue e culture moderne ha una scelta più ampia, che comprende anche polacco, arabo, svedese e portoghese. È bellissimo imparare nuovi idiomi per comunicare con gli altri, ma siamo sinceri: è tosta. Iniziare una lingua da zero, con le relative lezioni di cultura e letteratura, a cui si aggiungono altre discipline, non è proprio una passeggiata. Ma siamo qui per questo, in fondo: sfatare il mito che gli italiani non sanno parlare le lingue straniere! E poi, viaggiare e chiedere informazioni in un’altra lingua senza essere riconosciuti come italiani, da un punto di vista non solo “accademico”, fa un po’ gonfiare il petto, I can assure you! Senza contare la soddisfazione di saper dare informazioni come si deve se si viene interpellati, senza essere presi da attacchi di panico, sciorinando parole improvvisate miste a gesti esagerati. Tre anni a Lingue e poi vediamo se verremo ancora presi in giro per come parliamo all’estero!
E per il piano di studi?
Allora, per il primo anno è consigliato seguire quello ministeriale: abituatevi all’Università, per aggiungere altri corsi avrete ancora due anni! Soprattutto se studiate una lingua per la prima volta: sappiate che il secondo anno potrete comunque aggiungerne anche una terza; quindi non c’è bisogno di caricarsi di troppi insegnamenti che magari poi non riuscite a seguire. Per di più, tenetelo bene a mente, si hanno molte lezioni obbligatorie. Pensavate forse di poter andare e venire quando e come vi pareva? E invece no! I moduli di Lingua e Traduzione sono obbligatori. Tra i facoltativi, vi consiglio di seguire anche quelli di letteratura: le lezioni sono interessanti. Se poi vorrete o dovrete saltarne qualcuna… beh, non starò certo a fare la tentatrice, ma avrete l’occasione di farlo, trust me.
Una questione di livelli
Alcune classi di lingue sono divise, per il primo semestre, fra “principianti” e “progrediti”, in modo da permettere ai primi di studiare la lingua dalle basi, senza però annoiare chi già la sa. Questo è accaduto ad esempio a me per il corso di tedesco, ma non per tutte le lingue si viene divisi: dipende dal numero di progrediti. In ogni caso, per ogni lingua si comincia dalle basi, non senza difficoltà naturalmente, ma devo ammettere che il saper scrivere una e-mail, un dettato e saper mettere in fila un discorso non troppo complicato dopo sole sei settimane di università, e senza aver mai studiato almeno una delle due lingue scelte, è qualcosa di cui andare orgogliosi!
Una scelta (quasi) obbligata
E arriviamo a un punto saliente, forse una delle cose più belle del corso di studi in Lingue: di cosa sto parlando? Ma naturalmente dell’Erasmus! Fortemente consigliato per quelli di LCM, obbligatorio per il TTMI, alla fine all’estero ci si va tutti. Quale corso di studi più del nostro si presta a prevedere un periodo all’estero per chi lo frequenta? I tempi sono abbastanza fissi: sei mesi ovunque, tranne che in Russia, dove più di tre non si può stare. Le destinazioni sono prestabilite e, al momento della richiesta, si possono indicare tre preferenze. Io vorrei farlo in Inghilterra, ma non escludo anche la possibilità Germania.
Se siete in difficoltà...
E se mi perdessi nei meandri dei vari corsi? Don’t panic! Proprio per questo motivo sono stati istituiti il “progetto abbandono” e “Un tutor per ogni studente”. Il primo offre la possibilità per gli studenti in difficoltà di chiedere aiuto per qualsiasi chiarimento; il secondo prevede una balia per matricola. Scherzo! In pratica, in base alle lingue scelte ci sarà un tutor che aiuterà un gruppo di studenti a chiarire dubbi che sorgono durante lo studio e che spesso - ammettiamolo - abbiamo paura di chiedere all’insegnante.
Gli esami
Nella prima sessione – quella invernale per intenderci – saranno come minimo due le prove che dovrete sostenere: Geografia umana e Informatica, a cui si potrebbero aggiungere i moduli semestrali di letteratura e cultura di una qualche lingua. Ma come!? Non si studiano solo le lingue? No. Al primo anno di Teorie e tecniche della mediazione interlinguistica avrete, oltre a Geografia umana e Informatica, Glottologia e Linguistica e Letteratura contemporanea italiana.
Il corso di studi negli anni successivi prevede, oltre alle lingue naturalmente, Diritto dell’Unione Europea e alcuni esami di economia a scelta (quello che più vi aggrada, o quello che vi sembra il meno peggio: sono punti di vista).
E poi?
Non si esaurisce tutto sui banchi – ehm pardon – sulle sedie della facoltà. Gli insegnanti vi daranno la possibilità di andare a incontri, conferenze, spettacoli teatrali e al cinema. Pas mal!
E se vorrete continuare su questa strada, via alle Lauree Magistrali: Traduzione e Interpretariato e Lingue e Letterature Moderne per i servizi culturali. Senza contare che, detto fra noi, potreste anche decidere di continuare gli studi all’estero. Dopotutto, avrete tutte le carte in regola per farlo!
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