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La numero 10 della Roma
A tu per tu con Manuela Giugliano, calciatrice classe ’97 della Roma e della Nazionale femminile
Edoardo Marino | 9 marzo 2020

Titolare della Nazionale di calcio ai Mondiali di Francia 2019 e numero 10 della Roma, Manuela Giugliano ha 22 anni e già una carriera da campionessa: Atletico Madrid, Brescia e Milan alcune delle maglie che ha indossato; una Supercoppa Italiana nel 2017 e il titolo di calciatrice dell’anno nella stagione passata. Solare, disponibile e piena di energia, si è raccontata ai nostri microfoni. “Seguite sempre i vostri sogni” è il messaggio che lancia alle piccole amanti del calcio.

Come, secondo te, le donne riescono ad affermarsi anche in ambienti che solitamente sono considerati maschili?

Noi donne riusciamo a dimostrare con i fatti. Abbiamo fatto e continueremo a fare in questo modo, ed un esempio di ciò è il Mondiale di quest’estate. Da lì sono partite tante lotte e stiamo vincendo.

Hai mai riscontrato pregiudizi o commenti sessisti nel mondo del calcio?

Assolutamente sì e penso che ce ne siano ancora. Noi donne siamo qui per affrontarli e sappiamo come farlo, dimostrando giorno dopo giorno che riusciamo a portare a casa grandi vittorie.

Cosa hai provato mentre uscivi dal tunnel con la maglia azzurra alla prima partita dei Mondiali?

L’emozione è stata tanta. Uscita dal tunnel è scesa una lacrima anche se ho fatto finta di niente asciugandola subito. Penso che sia il sogno di ogni bambina. Un’emozione indescrivibile.

Quanto la partecipazione dell’Italia al Mondiale ha contribuito alla rivalutazione del calcio femminile?

Da lì sono partite tante lotte. Abbiamo potuto mostrare un pezzo nascosto di noi e tirare fuori quello che meritiamo. Spero che con i successi ottenuti possiamo riuscire a rafforzare il nostro movimento.

 Ricordi ancora il tuo primo gol?

Certamente. È stato contro la Georgia. C’era mio padre in tribuna e durante tutta la partita pensavo solo a guardarlo per capire cosa dicesse del mio gol.

Hai indossato diversi numeri di maglia, per caso uno di questi ha un significato o una storia dietro?

Il numero che ho scelto al Mondiale l’ho scelto in primis perché è stato il numero di Cecilia Salvai che si è infortunata poco prima del Mondiale. È stata lei a dirmi di prenderlo e averne cura. Inoltre è anche il numero preferito di mio padre.

Hai mai passato un momento di difficoltà nella tua carriera in cui non hai giocato o hai avuto un breve minutaggio?

Sì, i primi anni in Serie A ho fatto tante panchine. Questo però mi è stato da lezione perché da lì mi sono sempre impegnata e ho dimostrato quello che valevo. Se oggi riesco ad ottenere qualche minuto in più in campo è grazie ai sacrifici che ho fatto e faccio ogni giorno.

Un giocatore a cui ti ispiri? E per le punizioni da chi hai imparato?

Mi piace molto Del Piero, ed è proprio da lui che ho guardato le punizioni. Giocando però da centrocampista, mi ispiro di più a Pirlo, da cui ho imparato a gestire il pallone, il gioco e l’equilibrio della squadra.

Gli sponsor investono anche sul calcio femminile così facilmente come nel calcio maschile?

In questo momento, dopo il Mondiale, qualcosa si è smosso; prima purtroppo ancora non c’era questa filosofia. Da dopo il Mondiale stiamo riuscendo ad ottenere di più.

Quale città ti è più piaciuta fra quelle in cui hai vissuto nella tua carriera?

Io sono innamorata di Sassari, è stata la mia prima squadra lontana da casa. Amo il mare e dopo ogni allenamento andavamo in spiaggia a fare scarico che penso sia la cosa più bella.

Qual è la partita più emozionante che hai giocato?

Facile dirlo: è stata quella contro l’Australia. L’esordio e le emozioni provate sono cose che possono essere comprese solo se provate.

Qual è il tuo punto di forza?

Come dicono tutti, sono i piedi. È una dote che ho da quando sono nata e lavorarci li rende ancora più il mio punto di forza.

I rapporti con i coaches e le compagne sono sempre stati buoni?

In una squadra, il rapporto con l’allenatore e i compagni è la parte più importante per ottenere dei risultati positivi. Avere dei buoni rapporti anche quando le cose non vanno bene è una cosa super positiva.

Un consiglio che vorresti trasmettere ai ragazzi e alle ragazze che cercano fortuna nel mondo del calcio?

Un suggerimento che posso dare è di seguire sempre i propri sogni, perché se è quello in cui credono possono raggiungerli molto facilmente.

Qual è la maglia che hai indossato che ti è piaciuta di più?

Domanda pericolosa… la Nazionale. Indossare maglie di società del calibro come la Roma, è sempre un onore. Non ne ho una in particolare, ma mi trovo molto bene a Roma, mi sento bene e la numero 10 è importante per me.

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