Campioni di tutto, più forti di tutti. Ora lo possiamo dire. L'Italvolley è campione del Mondo per la quarta volta nella sua storia. Dopo il titolo europeo, la nostra nazionale maschile sale sul tetto del Mondo dopo 24 anni, compiendo un’impresa riuscita solo alla Generazione dei Fenomeni (1990, 1994, 1998) In un anno, i Giovani Ribelli guidati da Fefè De Giorgi e capitanati da Simone Giannelli hanno vinto tutto ciò che si poteva vincere, con una sicurezza vista raramente in Europa. Nessuno ha fermato gli azzurri: non la Francia campionessa olimpica, non la Slovenia già sconfitta nella finale europea dello scorso settembre, né la Polonia padrona di casa all’ultimo atto. Un cavalcata epocale, che ci ha portati a scrivere un’altra gloriosa pagina della storia del Volley e dello sport italiano.
Il percorso
Per i nostri ragazzi, il girone è stata una pura formalità: 3-0 secco inflitto nell’ordine a Cina, Turchia e Canada. Agli ottavi di finale però, l’Italia ha sofferto contro Cuba e, seppur sia arrivata la vittoria per 3-1 al termine di una partita opaca, è iniziato a circolare dello scetticismo attorno al gruppo. C’era preoccupazione in vista dello scontro con gli olimpionici francesi, netti favoriti dei pronostici ed ancora memori del successo in semifinale di World League a Bologna. Ed è stato proprio qui che gli azzurri hanno sprigionato tutto il proprio talento. In un match agguerrito, equilibrato e di portata storica, l’Italia ha compiuto l’impresa, battendo la Francia per 3-2 grazie ad una prestazione stellare di Romanò (22 punti, career high), coadiuvata da tutto il sestetto tricolore, e volando in semifinale. Una vittoria dal valore specifico smisurato, che ha caricato e dato speranza a tutta la squadra, che pochi giorni dopo si è presa la finale, dopo essersi sbarazzata della Slovenia con un perentorio 3-0. Come già detto, l’ultimo ostico ostacolo da superare è stata la temibilissima Polonia, forte del fattore campo e di un tifo infernale. Neanche loro, però, sono riusciti a contenere lo strapotere azzurro. Il primo combattutissimo set è andato ai polacchi, nonostante l’Italia sia stata avanti addirittura di 4 (21-17) sul finire del primo parziale. Il contraccolpo psicologico si è fatto sentire ad inizio secondo set, con l’immediato break polacco (0-3). La reazione dei Campioni d’Europa però non si è fatta attendere, con il pareggio però che arriva a quota 7. Il set è rimasto poi equilibrato fino all’ultimo, fino allo strappo azzurro targato Michieletto, Lavia ed Anzani, che rimette il conto dei set in parità. Inizio in sordina anche nel terzo set per l’Italia, che è costretta ad inseguire fino al 8-8. Da lì è stata lotta punto a punto fino a quota 15, quando l’Italia ha messo la freccia e ha dato lo strappo decisivo al set. Massimo vantaggio sul 22-16, Russo e Michieletto hanno tenuto a debita distanza i polacchi ed è stato poi Anzani a chiudere nuovamente il set, ammutolendo la Spodek arena. La partita della Polonia è probabilmente finita lì: si è lottato punto a punto anche nel quarto set, ma è sempre stata l’Italia a rimanere davanti grazie a Michieletto e Romanò. A chiudere la partita è stato l’errore al servizio di Bieniek, che ci ha consegnato il titolo Mondiale!
Protagonisti e record
Sono diversi gli eroi di questa impresa: ogni singolo componente del nostro contingente ha dato il proprio contributo importante. La star assoluta probabilmente corrisponde alla figura di Simone Giannelli, il nostro capitano, nominato MVP dei Mondiali (dopo quello agli Europei dello scorso anno), che ci ha trascinati in ogni singola partita. Leader vero in campo e nello spogliatoio, a 26 anni è già considerato unanimemente il più forte palleggiatore al Mondo e (forse) della storia. A seguire troviamo Michieletto, dominante dai quarti in avanti. Quando c’è da mettere la palla a terra non ce n’è per nessuno. Giusto ricordare un piccolo dettaglio: 20 anni. A seguire troviamo altre giovani stelle che abbiamo imparato a conoscere dall’estate scorsa, ovvero Lavia (migliore 4 della competizione), Balaso (difensore stellare, premiato come miglior libero), Romanò (sorpresa assoluta, su di lui regnava lo scetticismo generale), Anzani (giocatore più esperto del gruppo, giocatore granitico), il ritrovato Roberto Russo, il muro Galassi, la “riserva-titolare” Sbertoli e Pinali. Senza dimenticare i meno utilizzati Recine, Bottolo, Scanferla e Mosca. E poi, chiaramente, c’è il condottiero di questo plotone invincibile, ovvero Fefè De Giorgi. In un anno esatto ha plasmato una corazzata a sua immagine e somiglianza e le ha fatto vincere tutto. Non ha sbagliato niente, neanche i time-out e i challenge. Semplicemente perfetto. Questa quindi è solo la ciliegina sulla torta di un anno trionfale per il volley azzurro, che ha ottenuto già 10 ori internazionali tra europei giovanili e giochi del mediterraneo sia al maschile che al femminile. E venerdì Egonu e compagne andranno all'assalto del mondiale femminile, vinto dall'Italia solo 20 anni fa e sfiorato nel 2018 in un clamoroso tie break contro la Serbia di Tijana Bošković. In più risultiamo come la nazione più vincente della storia dei mondiali maschili con 4 titoli iridati (non considerando l’URSS con 6), palmares che potrà essere rimpinguato nuovamente dagli imminenti mondiali femminili. I più forti di tutti, un epiteto che ormai ci stiamo abituando a sentire accostato al nostro sport, alla pallavolo in particolare