19 dicembre 1976: A Santiago, Adriano Panatta, Nicola Pietrangeli, Paolo Bertolucci ed Antonio Zugarelli regalano all’Italia il primo storico successo in Coppa Davis, dai contorni fortemente politici e storici. 26 Novembre 2023: A Malaga, Matteo Arnaldi e Jannik Sinner, guidati da capitan Filippo Volandri vincono i rispettivi singolari contro gli australiani Popyrin e De Minaur, chiudendo in sole due partite la pratica Australia, decretando il secondo successo in Coppa Davis per l’Italia.
Non è un sogno, ma una meravigliosa realtà: la storia si è ripetuta per davvero; è un successo leggendario, frutto di un percorso incredibile: 2-1 in rimonta sull’Olanda ai quarti di finale, 2-1 storico inflitto alla favoritissima Serbia in semifinale, grazie ad un eroico Sinner, che ha battuto due volte (singolare e doppio) sua maestà Djokovic. Per concludere con il trionfo sull’Australia nell’ultimo decisivo atto. Ironia della sorte, la vittoria più agevole della Coppa Davis azzurra, contando girone di Bologna e Finals.
L’impresa di Matteo
Per il primo singolare contro Popyrin, Volandri opta per Matteo Arnaldi, desideroso di riscatto dopo la maratona ai quarti contro Van Zandschulp, culminato con una sconfitta. Il primo set è sulla falsariga di quello contro l’olandese di tre giorni prima: ottimo inizio del sanremese, che strappa per primo il break. Successivamente, però, vanifica 3 set point sul 5-4, concedendo a Popyrin i vantaggi. Il break sul 6-5 decide il primo set a favore dell’azzurro. Il secondo set, invece, vede un inspiegabile crollo di Arnaldi: Popyrin si prende un doppio break che fa male, andando addirittura sullo 0-4 per poi vincere il set con il parziale di 6-2. L’ultimo decisivo set, come da pronostico, è una vera e propria maratona: nessuno riesce a strappare il servizio all’avversario (nonostante la ghiotta opportunità per Arnaldi sul 4-3), finché non si arriva al 5-4 per l’azzurro: 0-15, 15-15, 30-15, 30-30, 30-40… Game, set and match Arnaldi. Il 22enne azzurro con il break decisivo ci porta sul 1-0, dopo 2.27 ore di battaglia, servendo a Sinner l’occasione di chiudere la pratica contro De Minaur.
History made, clutch Sinner
Già, proprio Alex De Minaur. Non è nuova una finale con l’australiano: si erano già scontrati 3 mesi prima nell’ultimo atto a Toronto, che aveva visto trionfare per la prima volta in un Masters 1000 Jannik (6-4, 6-1). Anche qui la storia si ripete: l’altoatesino mette subito le cose in chiaro nel primo set, strappando il servizio sul 1-3 prima e sul decisivo 3-5 poi, chiudendo il primo parziale con il punteggio di 3-6 in soli 45 minuti, apparecchiando per il gran finale. Già, perché il secondo set è una manifestazione di superiorità ed onnipotenza tennistica da parte di Sinner: gioca sul velluto, ogni passo è controllato ed ogni colpo è calibrato con precisione chirurgica. Il secondo e decisivo set è una cavalcata trionfale: 1-0, 2-0, 3-0, 4-0, 5-0… Game, set and championship, Italy. Braccia al cielo per Jannik Sinner, la panchina azzurra invade il campo con il boato della nutrita rappresentanza di tifosi italiani sugli spalti. Sono le 20.26, l’Italia ha vinto la Coppa Davis. Siamo nuovamente sul tetto del Mondo.
Chosen one
È la Coppa Davis che consacra definitivamente Jannik Sinner a nuova stella del tennis mondiale. MVP indiscusso delle finals di Malaga, con lui in campo il record italiano è 5-0. Garanzia di successo, attore protagonista in ognuno dei 5 incontri disputati: da Griekspoor e De Minaur in singolare a Koolhof e Kecmanovic in doppio, per arrivare all’impresa che nessuno di noi dimenticherà mai: battere sua maestà Novak Djokovic due volte nello stesso giorno, annullando nella sfida in singolare 3 match point. Proprio la sfida con il fuoriclasse serbo è già entrata di diritto nella storia del tennis: nessuno era mai riuscito a battere l’attuale n.1 al Mondo due volte nello stesso giorno, nessuno l’aveva mai battuto con tre match point a suo favore, solo in tre sono riusciti nell’impresa di batterlo due volte (mentre Jannik ci è riuscito per ben tre) nel giro di due settimane. Gli altri due? Nadal e Murray, un ristretto club d’elite. Una vittoria da record, che assume un significato superiore ai singoli record. Perché Sinner ha dimostrato di poter essere determinante e vincente contro tutti, anche il più vincente della storia. Ha dimostrato di essere un leader, un esempio per i compagni di squadra, di sapersi prendere tutto il peso sulle spalle e cambiare la storia delle partite; ne sono testimoni (e vittime) gli olandesi, in particolare Griekspoor e successivamente Koolhof in doppio, e gli stessi serbi. Non a caso, è numero 4 al Mondo (miglior ranking italiano di sempre), da tutti designato come futuro re del circus. Questo sigillo in Coppa Davis, che porta in particolare la sua firma, è solo il primo di una lunga serie.
Legacy
È l’inizio di una nuova era per il tennis italiano: per la prima volta nella storia siamo primi nel ranking ITF, la classifica per nazioni introdotta nel 2001, diventando la decima nazione a raggiungere questo primato. Un balzo di 5 posizioni, scavalcando il Canada, a 535.63 punti. Jannik Sinner, Matteo Arnaldi, Lorenzo Sonego, Lorenzo Musetti, Simone Bolelli, Filippo Volandri: sono questi i 5 nomi che entrano nella leggenda e che, assieme all’assente (in campo, presente in panchina) Matteo Berrettini, ci faranno divertire e sognare nei prossimi anni. Già, perché ad avvalorare questa affermazione mondiale è proprio la freschezza anagrafica del nostro contingente. Simone Bolelli a parte, l’età media dei nostri ragazzi è di 24 anni; un fattore non di poco conto, considerando che i margini di crescita sono ancora importanti, con la possibilità di migliorare guardando tutti dall’alto. E con la consapevolezza che è solo l’inizio. Grazie ragazzi.