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Ho 16 anni, (non) ho visto Maradona ma ne sono innamorata
Uno dei più grandi successi che Diego Armando Maradona ha ottenuto nella sua intensissima vita, è senza dubbio quello di essere riuscito a far innamorare di sé intere generazioni di appassionati di calcio. Il racconto di Elena
Elena Di Somma | 26 novembre 2020

Uno dei più grandi successi che Diego Armando Maradona ha ottenuto nella sua intensissima vita, è senza dubbio quello di essere riuscito a far innamorare di sé intere generazioni di appassionati di calcio. La venerazione nei suoi confronti non riguarda solo quelli che hanno avuto l'onore di vederlo scendere in campo, ma ancora oggi i bambini che scendono in campo pensano a Maradona come al dio di questo sport sacro. "Ma chi sei, Maradona?" è la frase standard dopo un gran gol o un dribbling ben riuscito. E allora è giusto chiederselo: cosa significa Maradona per un ragazzo di 16 anni? Ce lo facciamo raccontare da Elena.

L’INFANZIA A VILLA FIORITO

Diego Armando Maradona è stato uno dei più forti calciatori di sempre. Nato il 30 ottobre 1960, cambiò la storia del calcio. Nasce nelle strade di Villa Fiorito della grande Buenos Aires. Soprannominato “El Pelusa” per l’esagerata mole di capelli, fin da piccolo mostra un innato talento calcistico e soprattutto uno straordinario piede sinistro. A dieci anni entra a far parte delle “Cebollitas”, le squadre giovanili  dell’Argentinos Juniors.

LA CARRIERA CON I CLUB

Maradona debutta come professionista pochi giorni prima di compiere 16 anni. Diventa immediatamente titolare e si aggiudica per ben cinque volte il titolo di capocannoniere. Nel 1981 passa alla squadra per la quale ha sempre tifato, il Boca Juniors, con cui disputa una stagione prima di essere ceduto al Barcellona. Tutto cambia nel 1984, quando lo acquista il Napoli, che grazie a lui vivrà gli anni più gloriosi della sua storia. L’esperienza italiana di Maradona si chiude dopo 259 presenze e 115 gol nel 1991, a seguito di un controllo antidoping che dà responso di positività alla cocaina; El Pelusa, come calciatore di prima grandezza, finisce quel giorno. Dopo un anno e mezzo di squalifica, torna a giocare nel 1992 al Siviglia, poi fa una comparsa nel Newell’s Old Boys e infine indossa di nuovo la maglia del “suo” Boca Juniors, prima di appendere le scarpette al chiodo il 25 ottobre 1997. Nel corso della carriera, Maradona parteciperà a quattro Mondiali: contro l’Inghilterra segna prima il famoso gol della “mano de Dios” e poi una delle più belle reti nella storia del calcio, depositando la palla in porta dopo una fantastica serpentina. Grazie al suo fisico compatto, alla sua grande forza nelle gambe e al suo magico piede mancino, si è aggiudicato un campionato argentino con il Boca Juniors, una Coppa di Spagna, una Coppa della Liga, una Supercoppa di Spagna con il Barcellona, due campionati, una Coppa Italia, una Supercoppa e una Coppa Uefa con il Napoli. Maratona infine tenta la carriera di allenatore già a metà anni 90.

PROBLEMI DI SALUTE E CON IL FISICO

È stato sospeso due volte dal calcio per aver fatto uso di doping, come già accennato in precedenza. Dopo il ritiro, la sua salute fisica e mentale ha risentito pesantemente degli eccessi di cocaina, alcol e cibo: Maradona è stato costretto a diversi ricoveri ospedalieri e interventi chirurgici, nonché a piani di riabilitazione e disintossicazione, rischiando anche di morire. La notizia della sua morte è arrivata oggi, il 25 novembre 2020, per un arresto cardiocircolatorio. In lutto tutta la città di Napoli come il mondo intero. Verrà per sempre ricordato come l’idolo che ha riscattato Napoli con la sua genialità e il suo talento.

 

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