Che lo sport sia una parte essenziale della vita degli adolescenti, è dimostrato da innumerevoli studi; eppure dietro a un mondo sano e salutare come quello in questione, si nasconde spesso un'ombra nera.
I numeri
Un atleta su 7 al di sotto dei 18 anni ha dichiarato di aver subito abusi sessuali, molestie, violenze secondo uno studio dell'Università di Anversa. In Italia si svolgono circa 30 processi l’anno per abusi, ma i coach condannati per violenza sessuali e abusi su minori non vengono fermati; il ‘numero oscuro’ è il rapporto tra i reati denunciati e quelli realmente commessi. Si stima, infatti, che i reati denunciati siano 4 volte superiori a quelli commessi. Va accesa una luce su questo numero oscuro. I bambini non riescono a parlare e il silenzio inghiotte le vittime.
Il caso di Shim Suk-hee e di Choi Suk-hyeon
Un esempio è il caso di Cho Jae-beom, allenatore sudcoreano condannato a oltre 10 anni di carcere per molestie sessuali sull’atleta Shim Suk-hee, campionessa olimpica di short-track, è solo l’ultimo in ordine di tempo e, purtroppo, uno dei pochi episodi a venire alla luce. Shim Suk-hee, due volte medaglia d’oro alle Olimpiadi, è fra le atlete più famose in Corea del Sud. Nel 2019 ha accusato di violenza sessuale Cho Jae-beom, suo allenatore. Le molestie, secondo la ricostruzione confermata dai giudici, sono avvenute per tre anni, da quando la campionessa aveva 17 anni. Lo stesso Cho era stato in passato condannato a 18 mesi, accusato dalla stessa Shim per le percosse che l’atleta ha subito quando aveva 7 anni, e a 8 anni di carcere per aver abusato di una triatleta morta suicida nel 2020, Choi Suk-hyeon. Choi si è suicidata a luglio, dopo aver denunciato la sua vicenda alle autorità, che non avevano però aperto neanche un’indagine. Aveva 22 anni.
La situazione oggi
Purtoppo, però, il rapporto tra le molestie sessuali e lo sport è ancora poco indagato, non solo in Italia, ma anche a livello internazionale. La sensazione che si ha è di un mondo ripiegato su se stesso, che fatica a escludere chi si macchia di molestie e abusi sessuali. Bisognerebbe evitare che chi è già stato condannato per reati simili possa ripresentarsi su un campo d’allenamento o negli spogliatoi di giovanissimi atleti.