Sport
America's Cup e Kitesurf foil race
Nell’ultima edizione della Coppa America è stata utilizzata per la prima volta una nuova tipologia di barca monoscafo basata su un sistema di foils in grado di sollevare l’intera imbarcazione dalla superficie del mare permettendole di raggiungere prestazioni impensabili per gli scafi dislocanti. Questa nuova generazione di yacht ha molto in comune con un altro sport velico molto meno conosciuto, il kitesurf foil race
Mattia Bruzzone | 14 maggio 2021

Nell’ultima edizione della Coppa America è stata utilizzata per la prima volta una nuova tipologia di barca monoscafo basata su un sistema di foils in grado di sollevare l’intera imbarcazione dalla superficie del mare permettendole di raggiungere prestazioni impensabili per gli scafi dislocanti. Questa nuova generazione di yacht ha molto in comune con un altro sport velico molto meno conosciuto, il kitesurf foil race.

Kite foil race

Il kite foil race è uno sport velico individuale in cui diversi atleti si confrontano in numerose regate, al termine delle quali l’atleta che ha totalizzato il minor punteggio totale vince la competizione. I punti attribuiti ai concorrenti corrispondono alla posizione di arrivo al termine di ogni regata. La peculiarità di questa disciplina sta nell’attrezzatura utilizzata. Gli atleti infatti sono legati tramite un trapezio e dei sottili cavi ad una vela di forma simile ad un parapendio controllabile tramite un boma che viene tenuto in mano. I piedi invece sono infilati in appositi attacchi (straps) sulla tavola che, nella parte sottostante, è attaccata ad un piantone al quale sono collegate due “wing” (ala) che come le ali degli aerei, scorrendo nell’acqua fanno si che la tavola si sollevi dalla superficie in modo da far restare immerso solo metà del piantone.

AC75 e kite

Analizzando nello specifico i componenti degli AC75 e dell’attrezzatura da kite, si possono notare molte affinità. Gli aquiloni utilizzati per fare kite, per esempio hanno molto in comune con le rande utilizzate nell’ultima edizione della Coppa America. Entrambe infatti sono costituite da due membrane separate sorrette, per quanto riguarda il kite da un sistema di cavi e carrucole (castello) e da una struttura interna mente, negli yacht, dall’albero e dal boma in carbonio, da stecche rigide e cime. In entrambe i casi le vele possono essere regolate in movimento dall’equipaggio di bordo o dal rider per avere più o meno potenza, resistenza all’avanzamento nell’aria e, solo nel kite, per direzionare l’aquilone a destra o sinistra in manovra ma anche durante i bordi.

Foils

Anche per quanto riguarda i foils vi sono molti aspetti comuni. La tavola da hydrofoil kite, come tutte le parti rigide presenti sugli AC75 (boma, albero, scafo, bracci dei foil e foil) sono realizzati interamente in carbonio, materiale che si è rivelato essere il migliore per questo utilizzo in quanto leggero e molto rigido e resistente. Inoltre questi due sistemi di ali, per quanto diversi, sono entrambe composti da due componenti, con diverse funzioni: una wing anteriore e una posteriore. La prima si trova davanti in ambedue i natanti e dà portanza, regge quindi la quasi totalità del peso. Nel kite foil è unica ed è centrale rispetto al piantone, negli yacht dell’America’s Cup invece vi sono due front wing distinte, ognuna attaccata a un rispettivo braccio situato a lato della chiglia. In andatura, grazie ad un sistema idraulico, viene alzato e quindi tenuto fuori dall’acqua il foil sopravento, mentre quello sottovento resta immerso.

Wing

La wing posteriore, diversamente dall’altra, serve a direzionare e stabilizzare la barca o la tavola da kite; è quindi più piccola ma comunque fondamentale. Negli hydrofoil da kite è fissa ed è attaccata a una fusoliera che sporge rispetto piantone. Negli AC75 si trova in poppa. Essa ha la funzione di timone, può essere quindi direzionata per far svoltare l’imbarcazione o per correggere la rotta. Questi due sistemi di foils sono però totalmente diversi per quanto riguarda la regolazione dell’altezza di volo, ovvero la distanza tra lo scafo o la tavola e l’acqua. Ciò che nel kite viene fatto semplicemente dall’atleta spostando il peso su un piede o sull’altro per alzare o abbassare la tavola, negli AC75 è compiuto da un complicato sistema idraulico. Questo “prende” energia dal lavoro compiuto dai grinder in coperta, ovvero i membri dell’equipaggio che, remando, si occupano di mettere in pressione l’olio che poi viene utilizzato per movimentare dei piccoli flap situati sul profilo d’uscita delle wing portanti e, grazie a questi, gli skipper possono decidere l’altezza di volo. Come abbiamo visto, questi due sport, per quanto diversi hanno molto in comune e, sicuramene regalano molte emozioni agli appassionati ma non solo.

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