Federico Chiesa è a terra, dolorante e in lacrime sul manto erboso dello stadio olimpico. Roma Juventus è ferma sull’1-1, i bianconeri hanno da poco ristabilito la parità grazie ad una gemma di Paulo Dybala. Il momentaneo sollievo però viene subito sostituito dalla paura, dal presagio di sventure riguardo il suo numero 22.
Prima la pericolosa entrata da dietro di Smalling e successivamente il cambio di direzione gli sono stati fatali. Il ginocchio ha fatto crack e la paura per una possibile rottura del legamento crociato getta l’ambiente bianconero e il ragazzo nell’apprensione. I suoi compagni di squadra vinceranno 3-4 una partita incredibile e densa di emozioni. La gioia dei 3 punti, però, svanisce il mattino seguente, con il comunicato che nessun tifoso bianconero avrebbe voluto leggere: "Nel corso della partita di ieri Federico Chiesa ha riportato un trauma contusivo distorsivo del ginocchio sinistro. Gli accertamenti diagnostici eseguiti questa mattina presso il J|Medical hanno evidenziato la lesione del legamento crociato anteriore". È una notizia che fa male a tutti. Il “figlio d’arte” è entrato nei cuori di milioni di italiani, grazie ai suoi gol che hanno trascinato la nostra nazionale alla storica vittoria dell’Europeo. In momenti del genere non esistono colori, non esiste rivalità, bensì solidarietà per un giovane campione, che a 24 anni è costretto ad un brusco stop, che rischia di condizionare la sua carriera.
Maledizione crociati
Purtroppo nel nostro campionato non siamo nuovi a questa situazione, che negli ultimi anni ha riguardato diversi giocatori (anche importanti) che hanno militato in squadre di Serie A. Di sicuro rispetto al passato, sono diminuiti i tempi delle riabilitazioni, ma non il numero degli infortunati… Perché tutto questo? Per quale motivo la Serie A è stata spesso martoriata dalle rotture di legamento crociato, in questi anni maggiormente? Una possibile risposta la fornisce Fabrizio Di Feo, medico chirurgo specializzato in Ortopedia e Traumatologia, che ha eseguito 9000 interventi chirurgici specialistici. Secondo il medico sanremese, sarebbero 2 le principali cause di questa “epidemia” di rotture di crociato:
- Aumento velocità: Il calcio italiano è cambiato. Le nostre squadre giocano un calcio più veloce e verticale, comportando così scambi più duri e di conseguenza partite sempre più intense. Aggiunte ad un calendario sempre più denso d’impegni mai così ravvicinati, la stanchezza si fa sentire per i giocatori, che non si fermano praticamente mai
- Preparazione Atletica: Di Feo focalizza la sua attenzione su una diversa preparazione atletica, che predilige il potenziamento dei muscoli estensori rispetto ai flessori (favorendo così lo scatto rispetto al dribbling del calciatore)
“Fondamentalmente la rottura del legamento crociato anteriore avviene spesso per una spinta in avanti sulla tibia con contemporanea rotazione e flessione.” scrive Di Feo. Sono ipotesi interessanti e valide, che ci danno un’idea di quali possano essere le reali motivazioni di questo martirio di rotture di crociati.
Precedenti storici
Come già scritto in precedenza, sono stati molti i giocatori tormentati dalla rottura del crociato durante la loro esperienza in Italia. Impossibile dire quale sia stato il peggiore, perchè ogni infortunio segna la carriera di ogni singolo giocatore e, spesso, anche quella di chi lo causa, in particolare se si tratta del crociato. Alcuni sono tornati più forti di prima, dimostrando forza e tenacia, arrivando in alcuni casi anche sul tetto del Mondo da protagonisti. Altri sono tornati con un rendimento minore rispetto a quello pre-infortunio. Altri ancora, invece, non sono proprio più tornati, cambiando irrimediabilmente i piani della loro vita e della società di appartenenza.
- DEL PIERO: Una stella bianconera infortunata a 24 anni? Chiedete ad Alex Del Piero. L’8 Novembre 1999 , ad Udine, Alex si ruppe il legamento crociato anteriore e posteriore, causatogli da un intervento sciagurato di Zanchi. Un infortunio che lo costrinse a 9 mesi di stop. Rientrò, dopo una lunga riabilitazione, il 9 Agosto 1999. Nonostante molti sostenessero che fosse ormai un giocatore finito, il Capitano bianconero vincerà altri 3 Scudetti (5 contando i revocati), il Mondiale 2006 e 2 Supercoppe italiane, arrivando a 289 gol in bianconero, incantando in Italia e in Europa con partite da fuoriclasse immenso, quale lui è stato.
- BAGGIO: Da molti ritenuto il più forte giocatore italiano di tutti tempi, Roby Baggio non è stato mai risparmiato da infortuni muscolari, che ne hanno certe volte limitato la grandezza e il talento sconfinato. Il 5 Maggio 1985, divide in 2 la vita e la carriera di un giovanissimo Baggio. Infatti, l’allora diciottenne vicentino, tentando un'entrata in un ripiegamento difensivo, si ruppe il legamento crociato anteriore del ginocchio destro, collaterale, menisco, capsula. E’ un infortunio da film horror, che oggi sarebbe gravissimo, figuriamoci allora. Tempi di recupero previsti: Un anno. Un'eternità. Dopo una riabilitazione lunga e faticosa, Roberto tornò in campo solo il 10 Maggio 1987. Esattamente 2 anni e 5 giorni dopo. Nonostante ciò, Baggio mostrò a tutti il suo talento, incantando ogni domenica milioni di italiani per 17 anni. Vinse 2 scudetti, una coppa Italia e una coppa Uefa e, soprattutto, il pallone d’oro 1993, lasciando a tutti l’eterno ricordo di un campione senza tempo, che non si è mai arreso, nonostante la fragilità e la sfortuna.
- ZANIOLO: Ultimo ma non ultimo troviamo proprio Nicolò Zaniolo. Un’altra delle nuove leve su cui il calcio italiano spera di puntare. Il 22 della Roma esploso nel 2019, era già considerato da molti il possibile erede di Totti e sembrava che nulla potesse fermarlo. Il destino però gli ha voltato le spalle e il 12 Gennaio 2020, contro la Juventus, si è procurato la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, in uno scontro con De Ligt e Rabiot, al termine di una magica cavalcata da metà campo. 4 mesi di stop e stagione finita, anche se… Grazie allo stop forzato del Campionato causa covid-19, riuscirà a giocare le ultime 8 partite di campionato, rientrando il 5 Luglio 2020 nella sfida contro il Napoli persa 2-1. L’incubo però non è ancora finito, perchè a Settembre, ad Amsterdam, subisce un secondo infortunio al crociato, stavolta con rottura. Ancora una volta i giallorossi perdono un giocatore per doppio infortunio consecutivo al crociato (già successo con Florenzi e Strootman). Nicolò perderà l’intera stagione 2020-21 e rientrerà solo ad Agosto agli ordini di Mourinho. Riuscirà il lusitano a rilanciarlo, nonostante i lunghi stop?
Chiaramente sono molti altri i giocatori che potrebbero essere citati in questo articolo. Da Van Basten ed Ancelotti ad Inzaghi e Spinazzola, fino ad arrivare agli sfortunatissimi Pepito Rossi (ben 4 volte), Perin, Marchisio, Milik e Pavoletti (2 volte). Insomma, abbiamo visto quindi come questo genere d’infortunio non faccia sconti, non importa se riguarda il campione più importante o un giocatore di medio-basso livello. Si tratta di un evento che nessun vero tifoso vorrebbe veder capitare non solo al proprio idolo, ma anche all’avversario più temuto, perché rappresenta un banco di prova doloroso e faticoso per chi lo subisce. Per questo voglio augurare a Federico Chiesa una prontissima guarigione, ricordando come, spesso, i grandi campioni del passato sono tornati ancora più forti di prima. È questa la differenza tra un buon giocatore e un campione, ed io sono sicuro che Federico faccia parte proprio di quest’ultima, ristretta, categoria.