Questa edizione degli Australian Open ha regalato emozioni indimenticabili, tra partite epiche e giocate funamboliche. L’epica vittoria finale di Rafa Nadal in cinque set contro Medvedev, la seconda finale più lunga della storia degli slam, è stata solo la ciliegina sulla torta di un Australian Open spettacolare. In questa edizione abbiamo avuto l’ennesima conferma che il tennis italiano è diventato grande.
Già, perchè il torneo australiano di Matteo Berrettini e Jannik Sinner rimarrà nella storia. I due ragazzi italiani hanno raggiunto i quarti di finale di un grande slam e ciò non accadeva dal lontano Roland Garros del 1973. Allora i protagonisti furono Bertolucci e Panatta, eliminati rispettivamente ai quarti e in semifinale dal croato Niki Pilic. La storia si è ripetuta quest’anno, con Sinner spazzato via da un cinico Tsitsipas ai quarti e Berrettini fermato solo da un infinito Nadal. Sarebbe sbagliato però menzionare solo le sconfitte, perché Matteo e Jannik hanno compiuto imprese non indifferenti.
Il primo ha sconfitto in due battaglie all’ultimo respiro Alcaraz, talentuoso diciottenne spagnolo di cui risentiremo sicuramente parlare, e Monfils, redivivo trentacinquenne francese che ha stupito di nuovo tutti, ma che nulla ha potuto contro Berrettini. Il secondo ha domato l’idolo del pubblico De Minaur, con una maturità ed una freddezza incredibile per un ventenne. Queste partite hanno emozionato milioni di italiani, che hanno rinunciato ad ore di sonno per tifare gli azzurri anche nel pieno della notte. Tutto questo qualche anno fa sembrava impensabile, per un movimento che era sprofondato addirittura in Serie C. Nel giro di due anni, tutto è cambiato. Ora tutta Italia sogna grazie a questi due ragazzi. E pensare che è solo l’inizio.
Jannik, il predestinato
La forza dell’eleganza. Queste quattro parole riassumono alla perfezione lo stile di gioco di Sinner, un ragazzo che ha stregato tutti e che da due anni è ormai lo spauracchio principale per ogni big. La sua proverbiale calma (che egli stesso indica come suo principale pregio) e la maturità del suo gioco sono disarmanti e impressionanti per i suoi vent'anni. Ne abbiamo avuto conferma nelle partite contro Taro prima (grande reazione dopo il 6-1 subito nel secondo set) e con il padrone di casa De Minaur poi, con tutto il pubblico contro. Poco importa se con Tsitsipas non c’è stata storia. Il ventenne altoatesino sa che ci sono ancora grandi margini, sa dove deve migliorare. Proprio per questo, secondo alcune indiscrezioni riportate da testate italiane e internazionali, Sinner starebbe pensando seriamente a McEnroe come nuovo membro del suo staff tecnico. Il diretto interessato ha confermato la sua disponibilità in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera qualche giorno fa, dove ha affermato che “Sinner è il miglior talento del decennio assieme a Kyrgios”. Non ha tutti i torti. Da numero 37 del Mondo alla top 10 in un solo anno. Già, Jannik è ormai pronto al grande salto.
Matteo, il guerriero
L’eleganza della forza. Questo è Matteo Berrettini, un giocatore moderno, dal servizio letale, con un ottimo rovescio a due mani e grande carattere. Ormai tutta Italia si è innamorata di questo ragazzo, che non è nuovo a ben figurare sui palcoscenici più importanti. Per la terza volta ha raggiunto almeno la semifinale di un grande slam (i precedenti sono US Open 2019 e Wimbledon 2021, quando raggiunse addirittura la finale) e per la seconda volta si è dovuto fermare ad un passo dall’ultimo atto. Ciò non toglie però i meriti del venticinquenne romano che, torneo dopo torneo, sta acquisendo sempre più fiducia e vittorie. Matteo ha talento e carisma da vendere, come dimostra l’emozionante vittoria contro Monfils, rispondendo con forza e grinta alle provocazioni di qualche becero tifoso francese. Ha mostrato la sua forza nel momento più difficile, nonostante i fischi, proprio come il suo idolo LeBron James. Non si è fatto minimamente intimorire e questa forza di carattere, unita al suo tennis fatto di potenza e classe, lo può portare davvero lontano. Nulla ha potuto purtroppo contro il futuro vincitore Rafa Nadal. Ha perso contro uno dei più grandi di sempre, lottando per 4 set. È un percorso di crescita che in futuro gli permetterà di battersi alla pari anche con i più grandi. D’altronde, stiamo parlando del numero 6 al mondo: la scalata verso la vetta continua!
Non solo Jannik e Matteo
Indubbiamente Sinner e Berrettini si sono presi la scena in Australia, ma è giusto ricordare che l’Italtennis può contare anche su altri degni interpreti. Basti pensare a Sonego, reduce da un 2021 di grande crescita, che riprenderà dagli ottavi di finale dell’ATP 250 di Cordoba e che ha buone chance di vittoria. L’obiettivo per lui è alzare sempre più il livello, diventando competitivo anche nei tornei 500. Anche per Musetti il 2022 potrebbe rappresentare l’anno della svolta. Il giovanissimo tennista carrarese è uno dei pochissimi giocatori al mondo con un grande rovescio ad una mano (non a caso il suo idolo è Roger Federer) e vuole lasciare il segno. Anche lui è considerato un possibile crack del tennis mondiale, grazie ad un esaltante carriera nei tornei juniores culminata con il trionfo agli Australian Open 2019. Ora Musetti vuole dimostrarlo con i risultati. Lo attendiamo con fervore all’ATP 250 di Pune. Infine c’è Fabio Fognini, dopo un deludente 2021 concluso con un 34° posto nel ranking ATP. Alla veneranda età di 34 anni, i dubbi su un suo ritorno ad altissimi livelli sono leciti. Molto dipenderà dal fattore psicologico, punto nevralgico per il tennista ligure, al quale di certo non manca la voglia di riscattarsi e dimostrare a tutti che il trionfo a Montecarlo nel 2019 non è stato l’ultimo acuto della sua carriera.
Insomma, il tennis italiano sta finalmente ritrovando la sua dimensione, tra vittorie nei tornei minori e grandi traguardi nei Master 1000 e Slam. Siamo l’unica nazione insieme alla Russia ad avere 2 giocatori in top 10 e la stagione è appena iniziata. Tutto questo promette di essere solo l’inizio di una storia lunga e vincente.